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L’Italia riparte da MilanoERT

La ripresa dell’Italia, e del suo manifatturiero, parte da Milano. Ne è convinta Assolombarda. “L’Italia non ha ancora finito di declinare, anche se il ritmo rallenta e fa pensare che ci stiamo avviciniamo al fondo della discesa. Ma Milano intanto mostra segnali chiari: ce la faremo. Molti problemi restano, non è il caso di nutrire infondati ottimismi. Ma la fiducia c’è, e la fiducia è il nostro petrolio bianco”. Così ha dichiarato il presidente di Assolombarda. Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda, ha lanciato il cuore oltre l’ostacolo in occasione dell’incontro dedicato alla presentazione dei 50 Progetti per ‘Far Volare Milano’ predisposti dalla associzione degli imprenditori della Lombardia: “guardiamo ai dati più recenti e avremo il riscontro che la straordinaria passione delle imprese milanesi e lombarde sta già mostrando in concreto la linea che deve seguire l’Italia”. I 50 progetti di Assolombarda mettono Milano al centro. “Vogliamo fare di Milano una Start-up Town e per questo dalla scorsa primavera sono entrate gratuitamente in Assolombarda oltre 100 start-up”, ha annunciato il presidente. Infine massimo impegno dell’associazione per Expo2015: “lavoriamo perché l’area di Expo, terminato l’evento, diventi permanentemente una Silicon Valley italiana, che sfrutti le eccezionali condizioni di infrastrutturazione e digitalizzazione predisposte”. A Milano e in Lombardia i segnali di ripresa ci sono, nel 2014 hanno visto crescere l’export, migliorare l’indice di fiducia delle imprese manifatturiere e avviare nuove start-up.

I dati dell’eccellenza
Nella produzione manifatturiera, la Lombardia continua a risalire dall’inizio del 2013 e, fatto pari a 100 il 2005 alla fine del terzo trimestre 2014, è tornata a quota 97,1; l’Italia invece continua a scendere, e cade a quota 80,3. Se rimaniamo all’indice di fiducia del manifatturiero (che incorpora gli ordini e non è solo un sentiment) Milano si colloca a +0,7 mentre l’Italia registra un -7,1; persino la Germania segna un -3,0 e la Francia -6,4. L’export lombardo segna nel terzo trimestre 2014 un incoraggiante +1,3%. La disoccupazione in Lombardia è del 7,7%, quella italiana ha raggiunto quota 13,2%. Il tasso di occupazione in Lombardia è al 65,1% rispetto al dato nazionale che si attesta al 56%. Le liquidazioni volontarie nel Nord-Ovest nel 2014 sono scese del 12,8%: un calo netto delle imprese che gettano la spugna pensando di non farcela, mentre nel 2013 aumentavano del 2,7%. “Nelle imprese ritorna a prevalere la passione sulla disperazione”, commenta questi dati il presidente Rocca -. Nel 2014, per ogni fallimento in Lombardia ci sono 19 start-up che nascono”. Per il numero uno di Assolombarda “si aggiungono di fronte a noi tre potenti fattori di ripresa”. Innanzitutto il quadro internazionale ed europeo resta caratterizzato dall’asimmetria delle politiche monetarie e dalla frenata della crescita dei Paesi emergenti.
Il calo dell’euro sul dollaro traina l’export agevolando gli scambi. Il calo del prezzo del petrolio, pur spiazzando ingenti investimenti, scarica effetti positivi sulla bolletta energetica di consumatori e imprese, in una prospettiva destinata a durare, secondo gli osservatori. “Tutto ciò significherà prezzi delle materie prime in discesa per le imprese, accentuando una tendenza già presente – analizza il presidente – . Questi tre fattori possono e devono essere sfruttati al meglio dall’economia italiana. E potrebbero essere ulteriormente incentivati: ci chiediamo per esempio se non sia il momento giusto per una diminuzione della troppo elevata componente fiscale sul costo dei carburanti e degli oneri impropri che gravano sulla bolletta elettrica, in modo da accentuare il trasferimento a imprese e famiglie del calo della componente industriale della produzione di energia”.

I punti di forza
“Milano riparte – prosegue Rocca – facendo leva sui suoi punti di forza”. Cominciando dal mix equilibrato delle sue specializzazioni. L’alta quota di manifatturiero medium hi-tech con la forte presenza di metalmeccanica, chimica farmaceutica, alimentare e moda. L’elevata quota di servizi in informazione e comunicazione, la forte densità di addetti nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, la concentrazione di grandi Gruppi nazionali nel settore finanziario, del credito e assicurativo. “Abbiamo in Lombardia 50mila addetti nel comparto della ricerca, pari al 21% del totale nazionale. E le imprese bio-med lombarde sommano il 49,5% del fatturato nazionale di settore”, spiega. Ma non contano solo le imprese. La forza di Milano sta nelle sue 8 prestigiose Università con 180mila studenti di cui 13mila stranieri, nei suoi 143mila volontari impegnati nel privato sociale del terzo settore, nell’eccellenza raggiunta nel ranking internazionale di moltissimi suoi centri di ricerca, con 1.100 pubblicazioni su riviste scientifiche per milione di abitanti, rispetto alle 880 della Germania e alle 758 dell’Italia.