La tornitura automatica oggi..

Pubblicato il 16 marzo 2002

Il declino del transfer

In base alla tipologia dei pezzi e alle dimensioni dei lotti da produrre, cerchiamo di stabilire quando sia conveniente impiegare un tornio automatico plurimandrino piuttosto che una macchina transfer. Secondo Bechlenberg la macchina a trasferta è meno flessibile, concetto che viene ribadito anche da Reati, il quale ritiene anche che: “La differenza sostanziale tra le due macchine sta nel numero di lavorazioni che si possono eseguire. Il transfer è comunque strutturato solo per la lavorazione di grandissimi lotti.”
Non è dello stesso parere Savio che afferma: “La differenza sta nella quantità di lavorazione a pezzo fisso o a pezzo rotante, nella partenza da barra o da ripresa, e nel rapporto tra tempi di fresatura e tornitura. Sul transfer si possono montare unità di lavorazione adatte ad ogni singola necessità.”
Benigno ritiene che il transfer sta perdendo terreno in officina anche se la decisione tra una soluzione o l’altra è sempre funzione del pezzo da realizzare. Sicuramente il transfer è dedicato a lavorare un solo tipo di pezzo, o più tipi ma comunque appartenenti alla stessa famiglia di prodotto, mentre un plurimandrino a CN è più flessibile e si presta per pezzi completamente diversi tra di loro.
Ancora più drastico è Lanzarotti: “Il transfer è in una fase di declino irreversibile. Anche nel settore automobilistico, dove un tempo trovava larghissimo impiego, si tende ad installare centri a lavorazioni multiple.”

Velocità di taglio raccomandate

Alcuni utilizzatori seguono le raccomandazioni sui parametri di taglio e di durata, altri, invece, si affidano alla propria esperienza.
Uno dei maggiori danni che si può verificare durante la lavorazione con una macchina automatica, è la rottura improvvisa dell’utensile e il fermo macchina. “Questa eventualità è sempre meno frequente, -spiega Gervasoni- può avvenire solo su materiali ‘difficili’ grazie soprattutto alle numerose qualità di metallo duro esistenti e ai rivestimenti che riescono a sopperire alle difficoltà del materiale in modo da evitare la scheggiatura dell’inserto.”
“Non sempre le indicazioni fornite dagli utensilieri vengono seguite dagli utilizzatori -ribadisce Lanzarotti-. D’altra parte anche il livello di professionalità e istruzione all’interno delle aziende è notevolmente aumentato rispetto a cinque anni fa. Inoltre vengono realizzati software che permettono di minimizzare i costi. La situazione è migliorata anche in termini di affidabilità: si sono messi a punto nuovi materiali con qualità sempre più specifiche, in grado di lavorare anche in situazioni di taglio interrotto.”
“Ogni casa fornisce i parametri di taglio – spiega Fam. – In ogni caso l’utilizzatore esige una buona assistenza tecnica. L’affidabilità è elevata grazie alle tecnologie di sinterizzazione e dei rivestimenti. Solo in finitura, dove non sono ammessi errori in quanto si tratta dell’ultima passata, è consigliabile non sfruttare l’utensile al massimo”
Secondo Benigno non è sempre possibile utilizzare le velocità di taglio consigliate perché su macchine a diversi assi si potrebbe avere la necessità di eseguire contemporaneamente la sgrossatura e la finitura del pezzo, lavorazioni da eseguire necessariamente con parametri differenti. In quest’ultimo caso il rischio che si corre è quello di dover sostituire degli utensili quando hanno ancora una vita residua.
Spesso l’utilizzatore si rivolge al costruttore di macchine per ottenere suggerimenti e consigli sugli utensili da impiegare. Questo succede perché, nonostante il suo consiglio sia fondamentale, l’utensiliere non può conoscere le caratteristiche e il reale comportamento della macchina in termini di rigidezza, di suscettibilità alle vibrazioni,
ecc. Secondo Reati a volte gli stessi costruttori di macchine si sostituiscono all’utensiliere perché sono costretti a fornire soluzioni ‘chiavi in mano’, complete di attrezzature e di utensili in grado di produrre un determinato particolare in un determinato tempo.

Cosa chiede l’utilizzatore

Gli utilizzatori chiedono di finire il pezzo in macchina, con le lavorazioni più diverse, come poligonatura, dentatura, microfilettatura, ecc. Questo si verifica soprattutto in alcuni settori specifici, quali quello medicale, quello aereospaziale, dell’informatizzazione e dei connettori elettronici. La richiesta comune, secondo Savio, è di avere una macchina semplice da utilizzare, in grado di realizzare pezzi sempre più precisi in modo che i sottocomponenti possano essere assemblati in modo automatico. “A livello di innovazioni tecnologiche sulle macchine, gli utilizzatori non avanzano ulteriori pretese -sostiene Reati-. Index è all’avanguardia nei sistemi impiegati e nelle soluzioni proposte, tra cui l’unico esemplare di tornio a cinematica parallela. Alcuni utilizzatori stanno al passo con la possibilità di integrare nuovi assi. I costi impongono però una scelta.” Per Bechlenberg tutte le innovazioni devono essere tali da rendere il prezzo sempre più interessante per l’utilizzatore. I lotti diventano più piccoli, i pezzi più complessi, le tolleranze più strette: i macchinari devono garantire la lavorazione completa del pezzo a un costo interessante. Da qui i nuovi prodotti Gildemeister con asse Y e asse B e Gildemeister italiana con i torni CNC plurimandrino.

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