Il risultato in crescendo è stato alimentato sia dalle consegne interne (+19,2%) sia dalle esportazioni (+9,1%); il rapporto tra export e produzione è risultato tuttavia in calo mentre il consumo italiano di robot è aumentato del 22,1% a 784 miliardi di lire, con una quota di domanda soddisfatta dalle importazioni per 189 miliardi di lire (+32,2%).
Ecco come appare la situazione del settore, oggetto di una recente indagine svolta congiuntamente dalla Siri (Associazione Italiana di robotica e Automazione) e dall’Ucimu-Sistemi per Produrre (Unione Costruttori Italiani Macchine Utensili) al fine di fornire il quadro aggiornato della realtà produttiva nazionale valutandone l’assorbimento da parte dei settori industriali.
In termini di unità prodotte, la crescita risulta contenuta al 3,8% con 5980 unità, le esportazioni sono salite a 1465 unità (+8,8%) e le importazioni a 2405 unità (+33%).
Prendendo in considerazione la sola produzione di bracci meccanici, nel 2000 è stato registrato un calo in termini di unità (991,-10%) e un aumento in termini di valore (39,3 miliardi, +13,9%), confermando nel complesso la quota sul totale della robotica.
Per quanto riguarda la struttura aziendale, anche se il settore risulta suddiviso tra piccole e grandi imprese, lo scorso anno si è assistito a una riduzione di queste strutture a favore delle aziende di medie dimensioni, cioè con fatturato compreso tra i 5 e i 10 miliardi di lire.
La maggior parte dei produttori di robot è situata in Piemonte, una regione che realizza quasi la metà del fatturato complessivo (48,9% del totale), nonchè in Lombardia (21%) e Veneto (15%).
Campi applicativi
Manipolazione, saldatura e misura sono le principali aree applicative della robotica.
La maggior parte delle unità è destinata alla manipolazione, per la quale nel 2000 sono stati prodotti poco più di 3000 robot, equivalenti a 302,6 miliardi di lire.
Con 1781 robot venduti, lo stampaggio delle materie plastiche si conferma area principale, dove prevalgono robot di tipo cartesiano a traiettoria controllata ma è utilizzato anche un buon numero di robot a sequenza; seguono i segmenti delle lavorazioni meccaniche (16% delle unità prodotte), della manipolazione per stampaggio, forgiatura (6,4%) e manipolazione per fusione (1,7%).
L’area della saldatura ha accolto 1018 robot per un valore di 143 miliardi di lire; il 73% di questi robot è specifico per la saldatura a punti, eseguita quasi esclusivamente da robot di tipo articolato a traiettoria controllata.
Infine, all’area della misurazione, ispezione e prova è stato destinato il 6,9% del totale.
Il parco robot
Sono 5897 i robot installati in Italia lo scorso anno, grazie ai quali il parco del comparto a livello nazionale risulta essere di 47621 unità, delle quali oltre la metà appartiene all’area della manipolazione e del carico/scarico, nonostante nel 2000 gli incrementi maggiori siano stati registrati dalle applicazione per materiali e montaggio.
Secondo le stime dell’IFR (International Federation of Robotics), a livello mondiale dovrebbero essere operativi 742400 robot, installati in maggioranza in Giappone, dove il parco macchine è superiore alle 40200 unità tra robot e bracci meccanici.
Con una quota sul totale mondiale del 12,5%, gli Stati Uniti si collocano al secondo posto per numero di robot operativi (92860 unità), al terzo risultano essere i tedeschi (81200 unità) e al quarto gli italiani (41724), seguiti dalla Corea del Sud (33656).
Il maggiore consumo si registra da parte dell’industria automobilistica mentre quella dei macchinari elettrici acquisisce meno del 10% del totale dei robot installati.
Anche all’estero domina l’area della saldatura, soprattutto nei Paesi produttori di veicoli mentre in Giappone l’applicazione più diffusa è quella dell’assemblaggio.
Secondo le previsione dell’IFR, il mercato mondiale dovrebbe crescere a un tasso medio annuo del 10%, dalle 81500 unità del 1999 alle 120000 del 2003.
Anche il parco mondiale dovrebbe salire dalle 743000 unità del 1999 alle 892000 del 2003.
Analizzando il campione
All’edizione 2000 dell’indagine sulla robotica e i sistemi di automazione, condotta congiuntamente dalla Siri e dall’Ucimu-Sistemi per Produrre, hanno partecipato 38 aziende, tra le quali 26 costruttori di robot e bracci meccanici e 12 aziende con funzione di importazione/integrazione.
L’elaborazione dei dati raccolti ha così evidenziato che lo scorso anno sono stati costruiti 3077 robot per un valore complessivo di 404 miliardi di lire, l’84,9% dei quali è rappresentato da robot a traiettoria controllata mentre il 15,1% è costituito da robot a sequenza.
L’architettura prevalente tra i primi è di tipo articolato (1340 unità, 43,5% della produzione), con una buona capacità di penetrazione nei mercati esteri confermata dall’esportazione del 38,8% della produzione; una seconda categoria di robot a traiettoria controllata è costituita dai robot cartesiani, prodotti nel 2000 in 1217 unità (189 miliardi di lire) ed esportati per il 47% della produzione.
La produzione di robot scara, con sole 30 unità prodotte nel 2000 (3 miliardi di lire), è poco significativa poiché il 73% della domanda è soddisfatto da prodotti stranieri.
Per quanto riguarda il numero di assi, il 55,3% dei robot prodotti è dotato di 3 assi e il 40,7% di 5 o più assi, come la maggior parte dei robot importati.
Analizzando le applicazioni del campione di aziende interpellate, i robot per manipolazione rappresentano il 43% del totale, con 1321 unità prodotte pari a 98 miliardi di lire; le esportazioni contano per il 39% della produzione in unità e il 35% in valore.
Nell’ambito dei robot per manipolazione, quelli per lo stampaggio delle materie plastiche costituiscono il 70,9% in valore e il 78,7% in unità mentre i robot per stampaggio e forgiatura rappresentano il 15% del totale prodotto.
I robot per manipolazione di parti devono invece essere considerati come categoria a sè stante, caratterizzata da una bassa produzione (2% in valore, 1,5% in unità) ed elevati consumi (20,7% in valore e 18,8% in unità) a dimostrazione delle consistenti importazioni dall’estero.
Simile situazione è stata rilevata nel caso dei robot per pressofusione e trattamento termico nonchè per pallettizzazione.
Per quanto riguarda quelli per saldatura, nel 2000 sono state prodotte 676 unità (79 miliardi di lire) a fronte di una domanda di 728 unità (107 miliardi).
Gran parte della produzione (74%) è costituita da robot destinati alla saldatura a punti ma il consumo prevalente (59%) riguarda robot per saldatura ad arco, confermando l’incapacit‡ della produzione interna di soddisfare la domanda, che di conseguenza si rivolge ai prodotti stranieri.
Nel 2000 sono stati prodotti anche 70 robot di montaggio per un valore di 10 miliardi di lire, insufficienti a coprire la domanda di 158 unità; quelli per la distribuzione di sostanze sono stati 116, il 44% dei quali destinati a operazioni di verniciatura, i robot per carico/scarico sono stati 207, per un valore di circa 42 miliardi di lire.