Nel primo trimestre 2021 l’Italia si conferma il terzo Paese fornitore nel comparto meccanico della Federazione Russia e rappresenta con esso il 35,9% del nostro export verso questo Paese. A livello generale occupiamo la sesta posizione. A rendere noti questi dati è stata l’Agenzia Ice in occasione di Innoprom, la fiera industriale delle tecnologie che si è tenuta a Ekaterinburg lo scorso luglio. Nel padiglione italiano, inaugurato da Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico era presente una delegazione italiana composta da oltre 60 imprese e startup di vari settori.
Dopo anni caratterizzati da sanzioni commerciali che ne hanno provocato la diminuzione, l’interscambio commerciale Italia-Russia nel 2019 è risalito a 22,5 miliardi di euro, di cui 12,8 miliardi import (soprattutto combustibili e oli minerali e derivati) e 9,7 miliardi export, in cui primeggia la meccanica seguita da chimica-farmaceutica e moda. Secondo un’analisi di Confindustria Vicenza l’Italia contende ora alla Cina il secondo posto dopo la Germania nelle macchine utensili (per metallurgia, tessile, alimentare, confezionamento) in un mercato che nel 2018 ha superato il valore di 6 miliardi di euro.
Siamo terzi dopo tedeschi e cinesi anche nell’impiantistica industriale (siderurgica, metallurgia, chimica, oil&gas, termoidraulica ecc.), dove l’import vale oltre 3 miliardi di euro, e nelle componenti meccaniche e ottiche, dove i russi importano per un valore di circa 5 miliardi euro. Da seguire da vicino il prossimo appuntamento tra i due Paesi previsto il 21 settembre al Principe di Savoia di Milano con il convegno pubblico della Camera di Commercio Italo-Russa, intitolato “Dall’export alle joint venture: l’importanza della collaborazione tra aziende e regioni italiane e russe”.