Dice il famoso adagio che “un soldo guadagnato è un soldo risparmiato”. Ben si adatta questo detto al tema degli incentivi per l’efficienza energetica, varati dal Governo ma, ahimè, poco sfruttati ad oggi dalle aziende. E dire che uno degli obiettivi del ‘Pacchetto clima-energia’ firmato dai Paesi UE nel 2007 era proprio quello di ridurre i consumi di energia del 20% rispetto al 1990 entro il 2020, a lavoro costante, riducendo al contempo del 20% le emissioni di gas serra in atmosfera e producendo energia da fonti rinnovabili ancora una volta per il 20%. Dove quest’ultimo punto porterebbe l’Italia ad affrancarsi, almeno parzialmente, dalla dipendenza per quanto concerne l’energia dall’importazione da Paesi terzi, innescando un circolo virtuoso dal forte impatto tecnologico. Per arrivare a questi risultati infatti non è possibile affidarsi ancora a soluzioni ‘del passato’ e strumenti obsoleti, occorre invece investire in innovazione e nuove soluzioni tecnologiche.
Dando attuazione a quanto stabilito in sede UE, il Governo italiano ha adottato nel 2007 un “Piano d’Azione per l’efficienza energetica”, in base al quale ha stabilito un obiettivo di risparmio energetico al 2016 del 9,6% rispetto al 2005, equivalente a 10,8 Mtep, con interventi che, riguardando prevalentemente gli usi termici (circa 75%) ed elettrici (25%), consentirebbero una riduzione di 34 Mt di CO2. L’obiettivo al 2016 è suddiviso tra settore residenziale (4,9 Mtep), industriale 1,8 (Mtep), terziario (2,1 Mtep) e dei trasporti (2,0 Mtep).
“Un’analisi avviata da Confindustria sul tema nel luglio 2006 ha chiarito come in Italia, con una corretta politica d’incentivazione dell’efficienza energetica, si potrebbe arrivare a un risparmio integrale di energia fossile di oltre 86 Mtep nel periodo 2010-2020, con una conseguente riduzione di emissioni di CO2 pari a oltre 207,6 milioni di tonnellate e un risparmio economico per il costo evitato della CO2 di circa 5,2 miliardi di euro (se si stima il costo della CO2 al 2020 pari a 25 euro/t)” ha osservato Roberto Maietti, consigliere Anie-AssoAutomazione e membro del Comitato Tecnico di Automazione Oggi, in occasione dell’intervento intitolato “Il mercato dell’automazione per l’efficienza oggi”, durante la sessione plenaria della mostra convegno IE for-Industrial Efficiency for di Fiera Milano Editore. “Per quanto concerne l’industria, grazie all’incentivazione di motori ad alta efficienza o IE2 con inverter si potrebbero risparmiare 5,9 TWh/anno fino al 2020, valore calcolato ipotizzando interventi su 200 mila unità, fra motori e inverter, ben al di sotto del numero reale degli elementi installati”. A conti fatti, si tratterebbe di un esborso per lo Stato di circa 15,4 miliardi di euro in dieci anni, quale costo netto per gli incentivi, a fronte di un impatto socio-economico sul totale dell’economia pari a circa 238 miliardi di euro d’incremento del valore della produzione totale nel periodo compreso tra il 2010 e il 2020, arrivando inoltre a conseguire gli obiettivi di sostenibilità del sopra menzionato Pacchetto clima-energia.
Nessun risparmio, del resto, si ottiene senza investimento e l’incentivazione ne è una forma. Proprio seguendo questa linea, con il DM 09-04-2008 il Governo ha stabilito che le aziende abbiano diritto a una detrazione dell’imposta lorda pari al 20% della spesa effettivamente sostenuta e documentata per l’acquisto e l’installazione di motori elettrici a elevata efficienza e alto rendimento o di variatori di velocità (ossia gli inverter, gli apparecchi applicati ai motori elettrici a corrente alternata, basati sul principio di variazione della frequenza e della tensione di alimentazione).
In particolare, i motori a due o quattro poli per essere definiti ad alta efficienza devono presentare un rendimento minimo a seconda della potenza secondo apposita tabella, quando alimentati a 400 V e 50 Hz. I valori sono stati stabiliti nell’accordo tra la Commissione Europea e il Comitato europeo costruttori macchine rotanti e elettronica di potenza (Cemep) per i motori in classe di efficienza 1 (EFF1) e quelli corrispondenti alla nuova classe IE2.
Si ricorda infatti che il Regolamento 640/2009 del 22 luglio 2009 prevede la progressiva introduzione sul mercato a partire dal 2011 e poi nel 2015 e 2017, per diverse categorie di potenza, di motori ad alta efficienza (IE2 e IE3) e il divieto d’immissione sul mercato di motori energeticamente inefficienti. In particolare, entro il 2015 tutti i nuovi motori in classe di efficienza IE2 dovranno essere immessi sul mercato equipaggiati di inverter.
Nello specifico, gli incentivi del Governo riguardano oggi motori con potenza elettrica nominale tra 5,5 e 90 kW e variatori con potenza nominale tra 7,5 e 90 kW, utilizzati sul territorio nazionale. Validi fino alla fine del 2010, prevedono dei massimali di spesa sulla base delle disposizioni contenute nella Legge Finanziaria 2008, che ha prorogato sino a tutto il 2010 gli incentivi già previsti dalla Finanziaria 2007. L’Enea, incaricata di ricevere e gestire la documentazione obbligatoria per fruire delle detrazioni fiscali, mette a disposizione informazioni sugli incentivi, sulle modalità per ottenerli e sulla procedura per la compilazione e l’invio dei dati prima di tutto sul suo sito (www.motori2009.enea.it), dove è anche possibile compilare le schede per richiedere il contributo. Il documento deve essere inviato entro il termine perentorio di 90 giorni dal termine dei lavori.
Enea: www.motori2009.enea.it
n. verde: 800 985280 (dal lunedì al venerdì, ore 9.00-13.00 e 14.00-18.00)
Anie: www.anie-efficienzaenergetica.it
IE for: www.mostreconvegno.it