Assofond prevede un calo della produzione del 20-30% delle fonderie italiane per il 2020, a seguito di una perdita di quasi il 70% in volumi registrata durante il lockdown. Nei mesi di arresto delle attività, solo il 15% dei fonditori italiani aveva continuato a lavorare in sicurezza, principalmente in quanto fornitori di filiere essenziali negli ambiti medicale o alimentare.
L’emergenza sanitaria ha quindi segnato un sistema che già nel 2019 aveva presentato un rallentamento, con un calo del -8,5% rispetto al 2018. In particolare, le fonderie di ghisa avevano registrato un -12,3% nel 2019, le fonderie di metalli non ferrosi un -4,9%, molto colpite dalla crisi dell’auto. In controtendenza le fonderie di acciaio e di micro fusione, che avevano segnato un +5,2%.
Ad attraversare una fase complessa è però l’intera industria europea di fonderia, dove nel 2019 anche Germania e Francia hanno segnato forti cali della produzione, rispettivamente -8,9% e -5,1%. Per il 2020 la previsione per l’Italia è quindi appunto di un calo nella produzione compreso tra -20 e -30%, in linea con quanto ci si attende in Germania, ma migliore delle previsioni per Francia, Spagna e Gran Bretagna.