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Fatturato 2020 machinery italiano in caduta, Federmacchine chiede riaperturaERT

I dati della rilevazione effettuata dal Gruppo statistiche Federmacchine mostrano che l’industria italiana del machinery nel 2020 rischia una perdita di fatturato del -27% rispetto al dato 2019, a causa del fermo alle attività per la crisi coronavirus.

Un calo che tocca però le aziende in modo differente, con un impatto maggiore per costruttori di macchine utensili, robot e automazione, che prevedono di chiudere il 2020 a -36%. Chi sta soffrendo meno sono invece i costruttori di macchine per packaging, confezionamento e imballaggio, spesso inseriti nella filiera essenziale dell’alimentare e che non si sono mai fermati, con stime di perdite del -15%.

“Quelle fabbriche – spiega Giuseppe Lesce, presidente Federmacchine – nel pieno rispetto della regolamentazione per la sicurezza, hanno lavorato. Certo la domanda è stata evidentemente rallentata ma il lockdown del manifatturiero, come evidenzia il dato delle macchine utensili, pesa più del doppio sulla riduzione del fatturato. Per questo è necessario correre ai ripari e autorizzare la ripartenza del manifatturiero a salvaguardia non solo del singolo settore ma delle filiere”.

Occorre ripartire subito. In sicurezza, ma subito – è quindi l’appello accorato rivolto dal presidente di Federmacchine a Confindustria -. Ogni giorno perso è un danno letale per i produttori di beni strumentali, specialmente sui mercati esteri, dove i competitor internazionali in molti Paesi, come la Germania, stanno continuando o hanno ripreso presto l’attività produttiva. Molte nostre aziende sono in difficoltà, i competitor internazionali ci stanno sottraendo, ora dopo ora, quote di mercato faticosamente costruire nel tempo, e l’occupazione è a rischio. E in un sistema come quello italiano, fatto da una miriade di piccole e medie imprese profondamente connesse tra loro, la chiusura di aziende del bene strumentale è un terribile pericolo, poiché esse hanno un ruolo centrale e strategico per tutto il sistema industriale del paese, detenendo il know-how tecnologico di gran parte dei settori industriali del made in Italy, know how che poi viene distribuito a tutta la filiera”.

Chi produce macchine ed impianti condensa infatti nei propri prodotti una lunga catena di competenze: progettazione meccanica e automazione, materiali, componentistica, processi… E fa da stimolo a molti altri settori che poi operano, essi pure con successo, nei mercati internazionali.

“Stiamo mettendo a rischio tutto questo: un enorme patrimonio di uomini e aziende – continua Lesce -. Davvero le autorità di governo pensano che, tenendo chiuse le aziende per due mesi e soltanto con qualche garanzia finanziaria in più, potremo reggere e rimanere competitivi sul mercato internazionale dove competiamo con sistemi produttivi che non si sono mai fermati, come quello tedesco? La politica non ci infligga il colpo di grazia continuando con questo atteggiamento attendista senza prendere decisioni. Le parti sociali hanno sottoscritto già da metà marzo un protocollo sui sistemi che mettono in sicurezza i luoghi di lavoro. Bene, applichiamoli a tutte le imprese, non si perda altro tempo”.

Il Presidente di Federmacchine auspica quindi un ripensamento del governo e l’immediata riapertura di tutti i settori manifatturieri.

“Siamo pronti a garantire la completa sicurezza dei lavoratori – conclude Lesce – nel pieno rispetto delle norme sanitarie e dei protocolli di prevenzione ormai universalmente riconosciuti. Chi è in grado di assicurare gli standard di sicurezza richiesti, deve essere autorizzato a ripartire subito”.