Compie esattamente oggi 70 anni Endress+Hauser, dalla sua nascita avvenuta il 1° febbraio 1953 come L Hauser KG a Lörrach, in Germania, su iniziativa dell’ingegnere svizzero Georg H. Endress e del tedesco Ludwig Hauser, allora direttore di una banca cooperativa. L’azienda prese il suo nome dalla moglie di Ludwig Hauser, che figurava nel registro delle imprese come azionista, e venne finanziata con un modesto capitale iniziale di 2.000 franchi tedeschi.
La giovane azienda iniziò con la vendita di innovativi sensori di livello elettronici. Non passò molto tempo prima che Endress iniziasse a sviluppare strumenti per conto proprio, fino al primo brevetto registrato nel 1955 presso quello che oggi è noto come Istituto Federale per la Proprietà Intellettuale. La produzione avveniva in spazi affittati, con i dipendenti distribuiti in diversi edifici che venivano chiamati scherzosamente, ma affettuosamente, ‘Capanne’.
Nel 1957 l’azienda iniziò ad operare con il nome di Endress+Hauser, registrando una forte crescita e continuando a ritagliarsi nuove nicchie di mercato. Ampliò continuamente il portfolio aggiungendo nuovi principi di misura e perseguendo opportunità commerciali in altri paesi. La prima filiale estera fu creata nel 1960 nei Paesi Bassi. Altri centri di vendita seguirono praticamente ogni anno. L’azienda ha poi ampliato la propria offerta attraverso acquisizioni e start-up. La registrazione, l’analisi dei liquidi e le misure di portata sono stati aggiunti come nuovi campi di attività, seguiti successivamente dalle tecnologie di misura della pressione e della temperatura, per trasformarsi in un fornitore completo per l’industria di processo.
La famiglia Endress divenne quindi l’unico azionista nel 1975, e nel 1995 Klaus Endress ha preso le redini del Gruppo dal padre. Negli anni successivi ha ampliato l’attività al di là della strumentazione di processo, passando ai servizi e alle soluzioni di automazione, affrontando altresì le sfide commerciali in un mondo globalizzato. Dopo aver creato centri di vendita in tutto il mondo, anche la produzione è diventata globale; le moderne tecnologie informatiche hanno garantito l’interconnessione tra i vari settori.
Per 19 anni Klaus Endress ha dato la sua impronta personale non solo al Gruppo, ma anche alla cultura aziendale. Ha sempre riconosciuto la lealtà e la responsabilità come valori fondamentali nelle relazioni tra clienti, dipendenti e azionisti. Il futuro dell’azienda in quanto familiare, gli è sempre stato a cuore. Ha guidato i lavori per la stesura di uno statuto in cui la famiglia azionista dichiara che Endress+Hauser deve rimanere un’azienda familiare di successo. Alla morte di Georg H. Endress, nel 2008, questa frase è diventata la sua eredità.
Nel 2014 Matthias Altendorf ha assunto la carica di CEO: pur non essendo un membro della famiglia Endress, lavora nell’azienda da oltre 25 anni. Lo specialista di analisi di laboratorio Analytik Jena faceva già parte del Gruppo in quel momento. Ulteriori acquisizioni hanno rafforzato l’analisi dei processi e la misura dei parametri di qualità. In parallelo, il nuovo CEO Altendorf ha portato avanti il tema della digitalizzazione nei prodotti, nell’interazione con i clienti e nei processi aziendali. Durante la pandemia di Coronavirus, la digitalizzazione estesa ha quindi dimostrato il suo valore. Endress+Hauser ha potuto assistere i clienti a distanza e ha affrontato bene la crisi. Ma le sfide non accennano a diminuire. L’attacco russo all’Ucraina ha portato a dure sanzioni; Endress+Hauser ha dovuto smettere di lavorare in Russia. Il conflitto ha inoltre offuscato le prospettive economiche.
Tuttavia, Endress+Hauser entra nell’anno del suo settantesimo anniversario con fiducia. Il Gruppo supporta i clienti in sfide importanti come la digitalizzazione e la decarbonizzazione, contribuendo attivamente all’approvvigionamento, alla nutrizione e alla salute delle persone. L’azienda oggi è solida, impiega circa 12.000 persone e la sua impronta globale garantisce stabilità, ragioni per cui la famiglia di azionisti ha tutte le carte in regola per garantire senza problemi un passaggio di responsabilità alla terza generazione.