RMO 229- Giugno/Luglio – 2020
La meccanica riparte, con apprensione
Il comparto della meccanica strumentale italiana guarda con apprensione alla cosidetta Fase 3. La filiera dell’Automotive da tempo è in sofferenza, ma soprattutto la forzata chiusura delle fabbriche ha bloccato per quasi tre mesi l’attività. A questo si aggiun-gono le difficoltà ad operare su molti mercati esteri: il Sud America sta vivendo ancora un periodo complicato di emergenza pandemica e gli USA non hanno allentato le misure di ingresso nel Paese.I numeri fotografano questa situazione di apprensione. Le aziende della meccanica strumentale italiana hanno prevedono di registrare un calo di fatturato 2020 di circa il 30%, corrispondente a circa 15 miliardi di euro di vendite. Nel caso specifico del set-tore della macchina utensile, in Europa le previsioni indicano una perdita di fatturato nell’ordine del 20-30%, con un rimbalzo nel 2021 anche se sarebbe solo nell’anno successivo ipotizzato un recupero di produttività nelle grandezze del 2019. La de-bolezza della domanda internazionale è uno dei problemi principali, in comparti che fanno dell’export il maggiore punto di forza realizzando oltreconfine quasi il 70% dei ricavi e contribuendo alla bilancia commerciale del Paese con oltre 33 miliardi di euro.Le aziende in questo momento stanno lavorando grazie agli ordinativi acquisiti nella fase precedente la pandemia ma a preoccupare è la fase di nuova raccolta degli ordini. Un andamento che è stato messo a rischio non soltanto dalla caduta degli investimenti ma anche dalle difficoltà aggiuntive della mobilità in sicurezza degli operatori, dei tecnici e del personale commerciale. Per molte aziende della meccanica strumentale italiana esiste anche il problema di un sovraccarico di magazzino importante, poiché molti impianti sono rimasti fermi e stoccati per settimane in attesa di essere consegnati. I rinvii nelle installazioni bloccano così il pagamento delle tranche finali delle commesse, fino a un valore stimato del 30% di esse.
Luca Rossi