Home   >   Numeri Pubblicazioni   >   RMO 195 – aprile – 2016

RMO 195 – aprile – 2016

La Cina nel WTO è concorrenza sleale?

La Commissione Europea presenterà in estate la sua proposta formale alla domanda di ingresso della Cina nell’Organizzazione Mondiale per il Commercio. Scadono, infatti, quest’anno i termini per accettare la domanda di Pechino, fatta quindici anni orsono, di ottenere lo status di economia di mercato. L’esito di questo iter avrà un indubbio impatto globale con un eventuale disarmo unilaterale sugli strumenti di difesa commerciale europea, attraverso i dazi antidumping, e quindi sulla competitività delle industrie manifatturiere e sulla tenuta dei livelli di occupazione continentali. In quindici anni l’interdipendenza tra Cina e UE è cresciuta a dismisura in fatto di mutuo commercio e investimenti. L’interscambio viaggia su 1 miliardo di euro al giorno: l’Europa è il primo partner del Paese del Dragone, che a sua volta è il secondo partner europeo dopo gli USA. È chiaro però a tutti, anche a coloro che spingono per l’ingresso di Pechino nel WTO USA in primis, che l’economia cinese è sideralmente ancora distante dalle dinamiche del libero mercato e antitetica alle più basiche leggi della concorrenza. La mirabolante ascesa del colosso asiatico è avvenuta grazie a un massiccio interventismo statale, sovvenzioni pubbliche generose e regolarmente non notificate al WTO, molteplici barriere tecniche agli scambi, scarsa trasparenza, misure discriminatorie nei confronti degli stranieri che operano nel Paese, restrizioni all’export di materie prime, scarsissima tutela della proprietà intellettuale. E sullo sfondo un mastodontico accumulo di sovraccapacità produttiva che, a causa della contrazione del mercato interno, necessita di trovare uno sbocco. Prodotti che si abbatterebbero sull’Europa determinando una caduta dei prezzi. E che al contempo sarebbero una minaccia letale per l’industria manifatturiera europea. L’Europa, per una volta unita, è chiamata a tutelare il suo futuro industriale.

Luca Rossi