Home   >   Numeri Pubblicazioni   >   Progettare 428 – Marzo – 2020

Progettare 428 – Marzo – 2020

C’è progetto e progetto
In un recente convegno si è discusso di additive manufacturing. Si tratta di una tecnologia
conosciuta da tempo, ma che negli ultimi anni ha avuto un’accelerazione importante
sia da parte dei costruttori di componenti, macchine e sistemi sia dai singoli progettisti.
L’utilizzo e i costi di queste tecniche sono alla portata di tutte le imprese. La difficoltà
sta nel reperire sul mercato tecnici, progettisti e personale qualificato, in grado di progettare
con forma mentis in apporto di materiale e non per sottrazione di materia. I due
processi produttivi, come è evidente, non sono la stessa cosa. L’additive manufacturing
abilita infatti una completa digitalizzazione del processo manifatturiero, in linea con le
esigenze della smart factory. La formazione continua del personale è la chiave di volta
per competere sui mercati internazionali. Pena l’esclusione dal mercato. Integrare le
capacità di personalizzazione, tipiche del made in Italy, con sistemi produttivi intelligenti
ed efficienti è ormai indispensabile per sfidare le economie con produzioni di massa.
Accumulare un eventuale ritardo sarebbe grave.
Del resto anche le istituzioni si stanno muovendo sul terreno della formazione di nuovi
tecnici sempre più preparati alle sfide future. Recentemente il Politecnico di Milano ha
annunciato uno spazio dedicato alla robotica avanzata. Lo storico edificio ‘Carlo Erba’
del Campus Leonardo di città studi sarà la culla della robotica del Politecnico di Milano.
Il grande spazio riunisce le diverse anime e garantisce, attraverso la vicinanza fisica
di laboratori all’avanguardia, le sinergie necessarie ad affrontare la materia in modo
multidisciplinare. Una situazione rarissima nella realtà italiana, fortemente voluta dal
dipartimento di elettronica, informazione e bioingegneria dell’Ateneo per affrontare le
sfide che la robotica avanzata pone al mondo della ricerca. In 500 m2 trovano spazio
quattro laboratori già esistenti in passato, ma che avranno la possibilità di lavorare in
stretta sinergia: il mOve Lab e altri tre, raggruppati sotto il nome di Leonardo Robotics
Labs: gli storici Airlab, Merlin e Nearlab.

Luca Rossi