Progettare 419 – Gennaio/Febbraio – 2019
Incubatori e acceleratori come impattano in Italia
In Italia ci sono 171 incubatori e acceleratori e quasi il 60% di loro si trova in Italia settentrionale. La Lombardia è la regione che ospita il maggior numero di incubatori, con il 25,3% del totale, seguita dall’Emilia Romagna, con il 10,6%, e la Toscana con l’8,8%. L’area meridionale, quella insulare ed i territori del Nord-Est rappresentano le zone in cui vi è il minor numero di incubatori. Il 64,2% è di natura privata mentre il 13,9% ha natura pubblica e il 21% ha natura ibrida. Sono alcuni dei dati che emergono dal Report 2018 sull’impatto degli incubatori e acceleratori italiani frutto di una analisi sviluppata dal team di ricercatori Social Innovation Monitor (SIM) con base al Politecnico di Torino, in collaborazione con Italia StartUp e con il supporto di Banca Etica, Compagnia di San Paolo, Impact Hub Milano, Instilla, Iren, Make a Cube3, SocialFare e Social Innovation Teams (SIT). Quello che emerge dalla ricerca è di un quadro in evoluzione. Rispetto al passato, infatti, aumenta l’attenzione alle imprese a significativo impatto sociale e aumentano gli incubatori che affiancano alle proprie attività altre di selezione e investimento nell’equity delle start-up. Più della metà degli incubatori ha supportato organizzazioni a significativo impatto sociale. In tema di settori di appartenenza, mentre dodici mesi fa quello più rappresentato era quello legato alla cultura, alle arti e all’artigianato, ora questo settore si trova al secondo posto, è stato superato da quello della salute e del benessere che ha toccato quota 21,4% sul totale. In termini di fatturato, infine, gli incubatori italiani nel 2017 hanno avuto un fatturato mediamente di 1,30 milioni di euro. La stima del fatturato totale degli incubatori italiani del 2017 è di 222 milioni di euro, in crescita rispetto allo scorso anno.
Luca Rossi