Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita globale, sottolineando che ‘l’uscita dalla crisi diventa più visibile’. Dopo il crollo del 3,3% del PIL mondiale del 2020, ora stima un rimbalzo del 6% nel 2021 e un +4,4% nel 2022. Il FMI ha ritoccato anche le stime per l’Italia, con il prodotto interno lordo che è atteso crescere quest’anno del 4,2% e del 3,6% nel 2022. I dati sono contenuti nel World Economic Outlook presentato oggi (6/4/21), una delle prime stime sull’Italia dopo l’arrivo del governo Draghi. Il PIL italiano dovrebbe crescere quest’anno 1,2 punti percentuali in più rispetto alle previsioni di gennaio, anche se il 4,2% atteso è inferiore di un punto percentuale alla stima del 5,2% dell’ottobre 2020, quando non ci si aspettava ancora una seconda ondata di restrizioni così lunga. Più a lungo termine, per il 2026, le attese di crescita risultano più deboli, pari al +0,8% l’anno sulla Penisola.
Parallelamente a quelle sulla crescita, il Fondo monetario internazionale ritocca anche le previsioni su deficit e debito pubblico dell’Italia. Se nel 2020 il deficit dovrebbe essersi attestato al 9,5% del PIL, nel 2021 dovrebbe scendere all’8,8%, portarsi al 5,5% nel 2022 e più avanti, sull’orizzonte 2026, all’1,8%. Nelle tabelle contenute nel World Economic Outlook, emerge che il debito dovrebbe aver toccato il 155,6% del prodotto interno lordo nel 2020, ed è previsto al 157,1% nel 2021, per poi scendere al 155,5% nel 2022 e al 151% nel 2026. Lo scorso gennaio, il FMI indicava il deficit di bilancio dell’Italia del 2020 al 10,9% del PIL e al 7,5% nel 2021, mentre il debito-PIL del 2020 era previsto al 157,5% e poi al 159,7% nel 2021. Sugli USA, dopo il nuovo pacchetto di stimoli varato dall’amministrazione Biden la previsione di ripresa 2021 è stata alzata di 1,3 punti al +6,4% quest’anno, e di 1 punto sul 2022 al +3,5%. La Cina, unica grande economia a non aver registrato una recessione nel 2020 (PIL a +2,3%) è prevista segnare un +8,4% quest’anno (alzato di 0,3 punti) e un più 5,6% il prossimo (invariato). Fonte Teleborsa