Meccanica Plus

Cresce la produzione italiana.ERT

Esportazioni in ripresa
Dopo il lieve calo registrato nel 1999, le esportazioni italiane di macchine utensili si sono rese protagoniste, nel 2000, di una ripresa (+1,9%) che ne ha portato il valore a 3.741 miliardi di lire.

Il comparto più dinamico è stato quello della deformazione, con un aumento del 2,7% pari a 1.703 miliardi di lire, corrispondenti al 45,5% del totale settoriale; il restante 54,5% è stato assicurato dalle macchine ad asportazione e macchine operanti con tecnologie non convenzionali (elettroerosione, laser).

I principali mercati di sbocco della produzione italiana di macchine utensili si sono confermati la Germania (14,4% del totale), seguita da Francia (14,1%), Stati Uniti (11,7%) e Spagna (9,4%).

Al quinto posto è salito il Regno Unito (4,6%), che ha scavalcato il Brasile (3,5%); stabile, al settimo posto, la Cina (3%).

In generale, l’Unione Europea ha assorbito il 55,4% dell’offerta italiana, realizzando una crescita totale del 2,5%; l’area di libero scambio nordamericana (NAFTA) ha assorbito il 15,9% delle esportazioni italiane, con una crescita delle vendite negli Stati Uniti (+20,4%) e in Messico (+17,4%) e flessione in Canada (-1,7%).

In Brasile le esportazioni italiane sono scese a 130 miliardi, confermando comunque il Paese quale sesto mercato di sbocco del made in Italy.

Le esportazioni in Asia orientale sono cresciute del 24,6%, dove la Cina, con 111 miliardi di lire, si è confermata principale destinatario delle macchine utensili italiane nonostante la forte crescita delle esportazioni in Corea del Sud (+291%), Taiwan (+24,5%) e Giappone (+47,3%). Significativi anche i valori dell’export in Iran (40,9 miliardi di lire), Israele (26,8 miliardi; +32,6%) e India (25,6 miliardi; +19,7%).

Le vendite in Europa centrale sono cresciute del 3,3%, trainate da Repubblica Ceca (44,8 miliardi, +58,6%), Ungheria (33,7 miliardi, +118%) e Slovenia (28,9 miliardi, +31,2%) mentre è risultato in calo il mercato polacco (-12,2%), riconfermatosi però il più ampio (56,2 miliardi) dell’area.

Infine, il mercato turco ha assorbito macchine utensili per 47,8 miliardi di lire (-3,5%) e quello russo per 31,9 miliardi (+53,6%).

In aumento l’import
Nel 2000, i costruttori stranieri si sono avvantaggiati della crescita (+33%) del consumo italiano di macchine utensili determinando un aumento delle importazioni del 26,6% (2.791 miliardi di lire), che ha confermato il mercato italiano al quarto posto negli acquisti internazionali con una quota del 9,8% sul totale mondiale.

I costruttori tedeschi si sono confermati i maggiori i fornitori (728 miliardi di lire), seguiti dai giapponesi (391 miliardi), statunitensi (335 miliardi), svizzeri (333 miliardi, +9,6%), belgi (201 miliardi).

Buoni risultati sul mercato italiano hanno ottenuto anche i costruttori spagnoli (83,8 miliardi di lire), britannici (70,8 miliardi) e finlandesi (56 miliardi) mentre sono risultate in calo le importazioni da Francia (-0,4%, 61,3 miliardi) e Repubblica Ceca (-22,2%, 46,6 miliardi).

In ripresa anche le importazioni da Taiwan, sesto fornitore del mercato italiano (+29,4%), e dalla Corea del Sud (+86%).