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Certificare e progettare in qualità.ERT

Progettare secondo ISO 9000

Viceversa progettare in qualità secondo la ISO 9000 significa rispettare alcuni passaggi insiti in un processo di progettazione basato sul buon senso e che mira ad ottenere un prodotto di qualità, in accordo con le attese del cliente. Pianificare: “Pianificare non serve a nulla, non ci si azzecca mai”. Questa è l’obiezione più comune che circola nelle aziende e negli uffici tecnici in particolare. Ma questa considerazione ha un vizio di fondo, ovvero di credere che pianificare equivalga a vincolare in maniera tassativa e irrinunciabile tutte le attività e che eventuali e possibili slittamenti equivalgano a un peccato mortale. Pianificare significa, invece, mantenere sotto controllo un processo come la progettazione che, per sua natura è complesso e richiede una dispersione di risorse non indifferente, ottimizzando le proprie attività. Valutare anticipatamente le risorse umane e tecniche necessarie, prevedere dei momenti di confronto, consente, inoltre, di organizzare e poter reagire più efficacemente alle inevitabili problematiche e agli slittamenti che fanno parte della quotidianità. Raccogliere tutti i dati necessari. Un buon ufficio tecnico spende parecchio tempo nel cercare dati e informazioni necessarie per lo sviluppo di nuovi prodotti. I tempi sempre più ristretti, le pressioni delle direzioni e degli uomini del commerciale hanno tuttavia limitato la possibilità di lavorare efficacemente, aumentando il rischio di trascurare alcuni aspetti ed informazioni, con il risultato di allungare i tempi di realizzazione di un progetto e inevitabilmente i costi. La certificazione spinge, viceversa, a crearsi una metodologia e degli strumenti che permettano di raccogliere in tempi brevi tutte le informazioni tecniche; questo è lo scopo dei piani di prodotto, o di documenti analoghi, che alcune volte potranno risultare ridondanti, ma che, se costruiti con lo scopo di valutare tutti gli input provenienti da più parti, divengono il punto di partenza per garantire una buona riuscita del prodotto. Documentare i risultati. Questo aspetto è insito nel modo di lavorare di un ufficio tecnico. Difficilmente si troverà un’azienda priva di disegni, calcoli, risultati di prova. Ordinare tutta la documentazione prodotta secondo un metodo comune, condiviso e facilmente leggibile da tutti gli interessati (come richiede in buona sostanza la certificazione) è percepito però come fatto burocratico e che limita le attività del singolo, il quale preferisce lavorare come ha sempre fatto: “perché dovrei cambiare se è sempre andata bene?”. Il know-how, tuttavia, appartiene anche all’azienda ed è suo interesse far sì che non rimanga chiuso in un cassetto e difficilmente utilizzabile.

Riesaminare i risultati ottenuti. Su questo aspetto la certificazione certo non aiuta, in quanto se le verifiche, come vedremo in seguito, sono un concetto chiaro per il progettista, ciò non può dirsi per quanto concerne il riesame (figura 1). A questo contribuisce in maniera determinante la cattiva traduzione dall’inglese della norma ISO 9000, dovendo intendersi con review non tanto riesame quanto ‘analisi’, della fattibilità e di come i risultati della progettazione rispondano alle aspettative dei piani iniziali. Questa attività, pur non formalizzata, è svolta negli uffici tecnici; semmai, raramente si assiste a un confronto di idee in team con altre funzioni quali produzione, industrializzazione, qualità, ecc., che potrebbe evitare tanti malintesi e problemi (chi non ha mai assistito agli scontri sulle tolleranze a disegno?)

Verificare e validare i risultati. In fase di progettazione le verifiche di calcoli, i test, le validazioni finali su prototipi e prodotti costituiscono da sempre un caposaldo per poter garantire una chiusura positiva di un progetto, e non vale la pena spenderci ulteriori commenti.

Cosa dire

Se questi sono i passaggi che richiede la ISO 9000, come può la certificazione rappresentare un ostacolo per una progettazione di qualità ? La recente emissione della ISO 9001:2000, che non permetterà più a un’azienda di escludere da un sistema qualità il processo di progettazione, ci pone di fronte a una grossa opportunità: far sì che le attività di sviluppo e progettazione costituiscano l’autentico architrave dell’organizzazione aziendale, alimentando in maniera sistematica ma efficace la creazione di valore per l’azienda e l’utente finale. Si tratta di un ruolo che ritengo si coniughi sempre meglio con le figure di progettisti che stanno emergendo, forse eccessivamente informatizzati, ma sicuramente non più chiusi e restii a colloquiare con l’intera organizzazione.