UI_Novembre_2018

novembre 2018 58 manifatturiera mondiale, si focalizza sul miglioramento della qualità dei prodotti realizzati in Cina, sulla creazione di marchi propri, sulla costruzione di una solida ca- pacità produttiva integrata e in grado in di creare un solido vantaggio competitivo sostenibile in un mondo ‘demand driven’ grazie allo sviluppo di tecnologie all’avan- guardia, la ricerca di nuovi materiali e la produzione di parti e componenti chiave delle principali produzioni mondiali. Anche altri Paesi, nel frattempo si sono mossi con altrettanti piani: ‘The Next Wa- ve of Manufacturing’ in Australia (2013), ‘Made Different’ in Belgio (2013), ‘Make in India’ in India (2014),’Produktion 2030’ in Svezia (2014), ‘Smart Industry’ in Olan- da (2014), ‘Manufacturing Innovation 3.0’ in Corea del Sud (2014), ‘Industrial Va- lue Chain Initiative’ in Giappone (2015), ‘Industrial Internet of Things’ in Cana- da (2015), ‘Industrie du Futur’ in Francia (2015), ‘Industrial Strategy’ (2015), ‘Indu- strial Strategy’ nel Regno Unito (2015) e ‘Industria 4.0’ in Italia (2016). La situazione italiana L’indice Desi (Digital Economy and Society Index) redatto dalla Commissione Europea, per quest’anno colloca l’Italia, come lo scor- so anno, al venticinquesimo posto nel Con- tinente. Se invece della posizione in classifi- ca si osserva più da vicino il punteggio del nostro Paese è possibile vedere che, seppure migliorata, la distanza rispetto alla media degli altri Paesi è rimasta la medesima (in- circa il 22%). Se la competitività dei Paesi dipende sempre di più dal grado di digita- lizzazione, essendo l’Italia il settimo produt- tore al mondo e il secondo in Europa occor- re ora imprimere uno scatto per avvicinarci alla media degli altri Paesi. Ancora più in dettaglio, le singole componenti dell’indice di digitalizzazione indicano come le proble- matiche italiane siano molto chiare. In pri- mo luogo, si utilizzano poco i servizi Inter- net soprattutto per l’e-commerce, i servizi bancari online e le videochiamate. In secon- do luogo, in Italia c’è poco capitale umano da mettere in campo in un’economia al di- gitale. Diventa così necessario lavorare an- cora molto sulle competenze digitali. Altro problema riguarda la connettività. L’osta- colo del Digital Divide è quasi superato ma, la digitalizzazione delle aziende non può essere fatta senza un’adeguata diffusione della banda ultralarga e uno sfruttamento opportuno delle tecnologie 5G. Il proble- ma non sono i costi, mediamente più bassi rispetto al resto dell’Unione Europea, ma il capitale umano fondamentale per imprime- re valore alla dotazione infrastrutturale. La soluzione si poggerebbe su tre pilastri: ren- dere più attraente l’istruzione per i giovani, incrementare l’investimento in istruzione e formazione e creare maggiore interazione tra università, istituzioni e mondo dell’occu- pazione. Gli ecosistemi digitali L’impostazione del Piano Nazionale Indu- stria 4.0 fin qui è centrata principalmente su misure che contribuiscono alla compe- titività delle imprese. Il grande merito del Piano è avere rimesso in movimento gli investimenti nelle aziende italiane e aver- li indirizzati verso la digitalizzazione. Ma le prospettive dell’industria italiana dipendono soprattutto dal modo in cui le singole aziende riusciranno a riconfi- gurarsi lungo la Supply Chain e da quan- to saranno capaci, grazie alle tecnologie dell’Industria 4.0, di creare per sé un van- taggio competitivo e renderlo unico e so- stenibile nel tempo. Le singole tecnologie da sole però non possono assicurarlo. Tra le misure del Piano, i Competence Center e i Digital Innovation Hub possono avere un ruolo attivo per la formazione. I Competence Center sono gli interlocutori tecnici a cui le PMI possono rivolgersi, il loro scopo è gestire l’attività di ricerca ap- plicata e l’assistenza durante le sperimen- tazioni tecnologiche. Devono lavorare con il supporto dei poli universitari e dei fornitori di tecnologia per fare formazio- ne, creare consapevolezza e attenzione intorno alle nuove tecnologie manifattu- riere, dare consigli di natura tecnologica per guidare il trasferimento tecnologico necessario alle piccole e medie imprese e facilitare il lancio di progetti innovati- vi e di sviluppo tecnologico. I Digital In- novation Hub rappresentano una rete di attori regionali che si rendono disponibili nei confronti delle PMI, offrendo servizi di orientamento e formazione oltre a svi- luppare strategie inerenti alle nuove tec- nologie 4.0. Ci sono in questo senso delle iniziative di filiera: nella meccatronica in Emilia, nel settore della carta nel Lazio, nel legno arredo in provincia di Vicenza. Ma, al momento, sono iniziative circo- scritte. In Puglia, intorno all’università LUM, si sta coagulando un’iniziativa che parte da tre filiere produttive (agrifood, meccatronica e tessile-abbigliamento) per individuare meccanismi di ridisegno dei comparti che rendano più competiti- ve le PMI che ne fanno parte, anche al di fuori dei confini regionali.

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