UI_Novembre_2018
Dove nasce il paradigma 4.0 Il termine Industrie 4.0 ha cominciato a circolare in Germania nel 2011 quando al- cuni esponenti di grandi aziende, politici e accademici, hanno cominciato a propor- re l’idea di un nuovo approccio tecnolo- gico per rafforzare la competitività della Germania nell’industria manifatturiera. L’idea ha ricevuto presto il supporto del Governo federale tedesco che fece pro- prie le loro raccomandazioni nella sua ‘High-Tech Strategy 2020 for Germany’. La visione di Industrie 4.0 è quella di un futuro, già in parte presente, in cui il Connected Manufacturing sarà una re- altà diffusa grazie alla quale le aziende stabiliranno reti globali che incorporano i loro macchinari, i sistemi di stoccaggio e gli impianti di produzione sotto forma di Cyber-Physical Systems (CPS). Quasi contemporaneamente, la General Elec- tric lanciava l’idea dell’Industrial Internet (Evans e Annunziata, 2012), l’integrazione di macchinari e dispositivi fisici con sensori e software, tutti collegati in rete, utilizza- ti per prevedere, controllare e pianificare migliori risultati aziendali e sociali su tre presupposti: Intelligent Machines (colle- gare le macchine, le strutture, le flotte e le reti del mondo con sensori, controlli e applicazioni software avanzati), Advan- ced Analytics (combinare la potenza de- gli analytics con algoritmi predittivi, au- tomazione e competenze specialistiche di dominio), People at Work (connettere le persone, al lavoro o in movimento, in qualsiasi momento per supportare una progettazione più intelligente, opera- tions, manutenzione e una maggiore qua- lità e sicurezza del servizio). Anche in questo caso, nel 2014 arrivò il supporto da parte del Governo america- no con un fondo per l’Advanced Manu- facturing di circa 2 miliardi di dollari. Nel frattempo, erano state presentate alcune idee molto affini con etichette simili co- me Integrated Industry e Smart Industry o Smart Manufacturing. La reazione della Cina Non essendo soltanto una questione di aggiornamento tecnologico delle azien- de manifatturiere la Cina, come reazione al piano tedesco nel maggio 2015 ha an- nunciato il piano ‘Made-in-China 2025’. Il Paese si muoveva su due sfide strategiche. Da un lato quella di non essere più il mer- cato del lavoro più economico del mondo come nel passato, per la pressione di nuo- vi produttori a basso costo come Vietnam, Cambogia e Laos. D’altra parte quella di non essere la protagonista principale del mercato high-tech, dovendo confrontarsi costantemente con Stati Uniti, Germania e Giappone, nazioni che hanno tutte im- plementato politiche per sfruttare le tec- nologie digitali e creare nuovi ambienti industriali, produrre nuovi prodotti e mi- gliorare le proprie posizioni di mercato. Per affrontarle, il piano ‘Made-in-China 2025’ si è dato l’obiettivo di avviare una trasformazione industriale da produzione ad alta intensità di lavoro a produzione ad alta intensità di conoscenza. Questo piano, che entro il 2049 dovrebbe portare la Cina a diventare la principale potenza The term Industry 4.0 began circulating inGermany in 2011, in reference to the idea of a new technological approach to strengthen the country’s competitive position in the manufacturing industry. The Germany Federal Government took the industry’s recommendations on board in its ‘High-Tech Strategy 2020 for Germany’. Almost simultaneously, General Electric launched the idea of the Industrial Internet, the integration of physical machinery and equipment with sensors and software: an inter-connected network of services used to forecast and improve corporate and social results in three areas: IntelligentMachines, Advanced Analytics and People atWork. In 2014 support came from the US government with funds of approximately two billion dollars. In reaction to the German plan, in May 2015China announced its ‘Made- in-China 2025’ plan, which set itself the objective of bringing about an industrial transformation fromwork-intensive to knowledge-intensive production. By 2049 China is expected to become the world’s biggest manufacturing power, and to focus on improving the quality of Chinese-made goods, on the creation of Chinese brands, and on the construction of solid integrated manufacturing capability, as well as being in a position to give itself a sound, sustainable competitive edge in a demand- drivenworld, thanks to the development of cutting-edge technologies, research into newmaterials and the production of key parts and components for the world’s main production centres. Meanwhile, other countries have been introducing plans of their own.They include Italy with its National Industry 4.0 plan, centredmainly around tax exemptionmeasures, but also based onCompetence Centers andDigital InnovationHubs, in order to help it play an role in professional development. novembre 2018 57 The challenge to 4.0 leadership is also political
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