UI_Novembre_2018

novembre 20 18 50 il settore in Italia è limitato. Il fondo più attivo in Italia per numero d’investimenti (130 dal 2006 a oggi), Innogest, risultava al 130esimo posto in Europa. Le operazioni di venture capital portate a termine sono in crescita. Gli imprendito- ri under 35 sono sempre di più. Cambia- no i dati e le statistiche, ma ci sono delle costanti significative. Le startup italiane aumentano con gli imprenditori e gli investimenti di capitali di ventura nelle imprese italiane. Imprese che sempre più spesso sono guidate da giovani, che in Italia significa avere meno di 35 anni, e non necessariamente del nord. I dati più recenti sul mercato italiano del capitale di rischio (Aifi, in collaborazio- ne con PwC - Deals) mostrano come nel 2017, il mercato del private equity e del venture capital in Italia si sia caratterizza- to per il terzo ammontare più alto di sem- pre, infatti, l’investito è pari a 4,9 miliardi di euro. Il 2017 vede una crescita delle operazioni ‘small medium’ e ‘large’. Nel 2017 la raccolta sul mercato nel priva- te equity e venture capital, è stata di po- per un totale di 13 miliardi di euro che inizia a diventare una cifra significativa benché ancora lontana dai quasi 40 mi- liardi di euro investiti negli USA nel me- desimo periodo. Un ulteriore obiettivo del programma VentureEU è quello di accrescere il valore medio dei fondi che oggi è pari a 56 mi- lioni di euro contro i 156 milioni di euro del valore medio dei fondi USA. Più nel dettaglio i 410 milioni di euro e oltre ar- riveranno da risorse di EIF, per 67 milioni di euro, da Horizon2020 InnovFin Equity per 200 milioni di euro, dal programma Cosme per le piccole e medie imprese per 105 milioni di euro e dall’European fund for strategic investments (Efsi) per altret- tanti 105 milioni di euro. Come va in Italia? Il venture capital è arrivato nel nostro Pa- ese alla fine degli anni 90, quando negli USA già rappresentava una realtà conso- lidata da quasi un ventennio. Mentre nei principali Paesi europei i numeri sono cre- sciuti rapidamente nel corso degli anni, co superiore ai 5 miliardi di euro (+283% rispetto ai 1,3 miliardi del 2016). Il risul- tato è dovuto al closing di alcuni grandi soggetti istituzionali che da soli hanno raccolto 4 miliardi e 110 milioni di eu- ro. La raccolta privata segna un calo del 29%. La provenienza della raccolta priva- ta vede una predominanza italiana pari al 72%, rispetto all’estero che si ferma al 28%. Gli operatori che hanno svolto atti- vità di fundraising sul mercato sono stati 20 (16 privati). Le fonti della raccolta deri- vano per il 27% da investitori individuali e family office, per il 17% da fondi di fon- di privati. Tra il 2013 e il 2016 ci sono state 480 ope- razioni di cosiddetto ‘early stage’, ovvero di finanziamento di startup nelle fasi ini- ziali del proprio sviluppo, per un totale di 281 milioni investiti. La maggior parte del capitale finisce in Lombardia, regione ca- pofila per numero di operazioni e valore complessivo. Ci sono differenze anche per quanto at- tiene il tipo d’imprese costituite al nord (dove primeggiano i servizi e la tecnolo- gia ICT) e al sud (in particolare health e biotech), ma soprattutto va sottolineato come i venture capital non guardino più solo alle regioni come la Lombardia, se- guendo con attenzione anche il lavoro dei giovani che provengono dalle moder- ne ed efficienti università del sud. A livello geografico la regione che ha to- talizzato la gran parte delle operazioni è la Lombardia con il 40% del numero dei deal, seguita da Emilia-Romagna (12%) e Veneto (10%).

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