UI_Novembre_2018
novembre 20 18 47 (+2,3%). Tutte le altre, invece, presentano ancora variazioni negative. Ancorché parziale, questa rilevazione consente di affermare in maniera empi- rica come i flussi di merci e, conseguen- temente, anche il peso del sistema eco- nomico del Paese, si sia ormai definitiva- mente spostato a Nordest. Il territorio è composto da tantissime PMI che devono essere rifornite e che devono poter pro- muovere la distribuzione di prodotti e servizi finiti. Arrivano merci e partono merci che devono raggiungere i mercati di destinazione. sapere dalla Cgia, questa rilevazione ci consente di affermare in maniera empi- rica come i flussi di merci e, conseguen- temente, anche il peso del sistema eco- nomico del Paese, si sia ormai definitiva- mente spostato a Nordest. Le autostrade della crescita In questi ultimi 10 anni, tra le 35 tratte au- tostradali analizzate, le uniche che hanno recuperato i flussi di traffico del 2007 sono state l’A5 Aosta-Traforo del Monte Bianco (+16,2%), la T1 Traforo del Monte Bian- co (+8,6%) e l’A22 del Brennero-Verona Dunque le stime del report confortano l’e- videnza empirica: Lombardia, Emilia e Ve- neto sono il traino dell’economia naziona- le. Oltre 19 milioni di residenti in una me- dia condizione di benessere (media, non uniforme), oltre il 40% del PIL nazionale. Eppure proprio da Lombardia, Veneto ed Emilia arrivano segnali di irrequietezza ap- parentemente contraddittori. Da questi territori arriva un segnale di in- sofferenza nei confronti di uno Stato che non asseconda la loro spinta alla crescita, in un contesto molto lento, se non addi- rittura riottoso al cambiamento. Questo atteggiamento viene anche dal mondo produttivo e dalla popolazione che non è ancora completamente uscita dalla crisi: il settore artigiano, i piccoli commercianti, le famiglie e i giovani che faticano a tro- vare lavoro, quando qui, fino a dieci anni fa, c’era la piena occupazione. A ciò si aggiunga che per trattenere i giovani e poterne attirare da altre zone del Paese, le imprese familiari micro e piccole non sono sufficienti, sono neces- sarie anche le grandi aziende. I distretti, per competere, devono cioè diventare maturi. Le aziende devono aprirsi, rigenerarsi e attivare i contat- ti con i centri urbani dove si trovano le competenze indispensabili per la riorga- nizzazione e la crescita con il sostegno dell’economia liquida. Il modello che fin qui ha funzionato e che ha permesso di superare la recessio- ne non è una assoluta garanzia di succes- so per il futuro; neppure nel triangolo d’oro tra Milano, Bologna e Padova. Foto: Prysmian
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MTg0NzE=