UI_Novembre_2018

novembre 20 18 46 vallo tra Veneto e Friuli. E poi, sul tratto emiliano sopra la A1, dai distretti lattiero caseari di Parma e Reggio Emilia a quelli dell’abbigliamento (Carpi), dell’imballag- gio (Bologna) e delle piastrelle (Sassuolo). Da Modena verso il Brennero e da Bolo- gna verso Padova, le corsie di destra delle autostrade sono una eterna sequenza di mezzi pesanti carichi di merce. Addirittura spettacolare la performance del distretto del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, che in dieci anni ha in- crementato l’export del 164% e il fattu- rato del 75%. velato più performante rispetto alle aree non distrettuali, con crescita del fattura- to in doppia cifra. Il modello dei distretti industriali, basato sulla concentrazione di piccole e medie imprese specializzate nella produzione di uno stesso bene o di beni simili tra loro, lo- calizzate in un unico territorio, legate da una rete economica e culturale, produce le migliori performance nel nuovo triangolo industriale, soprattutto in due aree: agro- alimentare e meccanica. I distretti migliori hanno scavallato il decennio della ‘grande crisi’ e si ritrovano con aumenti del fattu- rato, rispetto al 2008, del 30-40%. Il triangolo lombardo-veneto Nel triangolo lombardo-veneto ci sono punte con tassi di crescita a doppia cifra, tipo Far East. Ma, come certifica il recente rapporto ‘Economia e finanza dei distret- ti industriali’ anche i valori medi sono su- periori a quelli del ‘vecchio’ triangolo in- dustriale Milano-Torino-Genova indeboli- to dalla desertificazione industriale della Liguria e dalla mancata elaborazione del lutto a Torino, orfana della Fiat in pro- gressiva emigrazione. L’area più brillante del Paese è quella pedemontana che co- mincia nel Nord della provincia di Milano, la Brianza, il Varesotto, e continua verso Est attraverso il Bergamasco, il Sebino, i fondo valle bresciani, le province di Ve- rona, Vicenza, Padova e su a Nord verso Treviso, il Bellunese (che con il distretto degli occhiali vince la classifica delle per- formance di crescita e redditività) fino alla Inox Valley tra Piave e Livenza, a ca- Ogni giorno sulle principali autostrade del ‘nuovo’ triangolo produttivo (Mila- no-Bologna-Padova) transitano 240 mi- la mezzi pesanti, oltre il 60% in più di quelli che solcano il ‘vecchio’ triangolo industriale (Torino-Milano-Genova) che, invece, ammontano a 148 mila unità. A questo risultato è giunto l’Ufficio studi della Cgia che, ipotizzando di scatta- re una foto aerea che riprende il Nord Italia, ha ‘contato’ il numero di veicoli pesanti effettivi medi giornalieri pre- senti nei principali tratti autostradali di quest’area. Ancorché parziale, fanno Foto: Luxottica

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