UI_Novembre_2018
novembre 20 18 42 tutte le centrali a carbone del mondo en- tro il 2035, il settore dell’energia elettrica continuerebbe a seguire una traiettoria al di sopra di quella ‘sicura’. Raggiungere i due gradi richiede una soluzione a zero emissioni di carbonio durante gli estremi stagionali. Il declino del carbone Si registrano elevati tassi di penetra- zione delle energie rinnovabili in molti mercati (87% della fornitura totale di elettricità in Europa entro il 2050, 55% per gli Stati Uniti, 62% per la Cina e 75% per l’India). Si assiste al passaggio a un maggiore ‘decentramento’ in alcuni Pa- esi, come l’Australia, dove a metà secolo il fotovoltaico e le batterie rappresen- teranno il 43% di tutta la capacità. Tra i Paesi citati dal rapporto, la Germania, che vedrà un rapido passaggio al 2025, con una produzione di carbone e gas in calo del 29%, l’abbandono graduale del nucleare e le energie rinnovabili che supereranno il 70% della produzione. Il Regno Unito chiuderà le restanti centrali elettriche a carbone entro il 2025 ridu- cendo il ruolo dei combustibili fossili nel- la generazione al 12% entro il 2030. Dal punto di vista dell’elettrificazione dei trasporti sul consumo di energia elet- trica si stima che nel 2050 le auto e gli autobus elettrici utilizzeranno a livello mondiale 3.461 TWh di elettricità, pari al 9% della domanda totale. Circa la metà della tariffazione necessaria sarà effet- tuata su base ‘dinamica’, approfittando dei periodi in cui i prezzi dell’elettricità saranno bassi per l’elevata produzione di energie rinnovabili. L’analisi si basa sull’ultima edizione dell’Electric Vehicle Outlook del Bnef, pubblicata il 21 mag- gio, che prevede che i veicoli elettrici rappresenteranno il 28% delle vendite mondiali di auto nuove entro il 2030 e il 55% entro il 2040. Si prevede anche, in- fine, che gli autobus elettrici domineran- no il loro mercato in modo ancora più deciso, raggiungendo una quota globale dell’84% entro il 2030. Il quale precipita, ma si teme che ciò non sarà comunque sufficiente per rientrare nei parametri definiti dagli accordi di Pa- rigi (Cop 21) sul clima. Il ruolo del gas Assieme alla diminuzione dell’uso del car- bone è previsto un aumento dell’utilizzo del gas in USA, Cina e India con la conse- guente immissione costante di anidride carbonica in atmosfera. Tale immissione continuerebbe a essere rilevante e supe- riore ai limiti individuati per contenere l’aumento delle temperature a 2 °C. Per rimanere all’interno dei parametri fis- sati dagli accordi di Parigi, il report osserva che sarebbe necessario rimuovere attiva- mente gas serra dall’atmosfera: un’ope- razione per la quale non esistono ancora tecnologie sufficientemente accessibili, so- prattutto a livello di costo. La sostituzione del gas con fonti altre potrebbe certamen- te aiutare in questo processo. Il ruolo del gas si evolverà e le centrali a gas saranno sempre più costruite e uti- lizzate per fornire sostegno alle energie rinnovabili piuttosto che per produrre l’elettricità di base. Si prevedono investi- menti per 1,3 trilioni di dollari in nuova capacità fino al 2050, di cui quasi la metà in impianti di gas ‘a picco’ anziché in tur- bine a ciclo combinato. La produzione a gas aumenterà del 15% tra il 2017 e il 2050, anche se la quota ‘elettrica’ a livel- lo mondiale scenderà dal 21% al 15%. La riduzione di consumo del carbone con- sente una proiezione positiva per le emis- sioni di CO2. Si stimano emissioni globali nel settore dell’elettricità in aumento del 2% rispetto al 2017 con un picco nel 2027, e un calo fino al 38% al 2050. Se si verifi- cherà questa condizione però ‘il compar- to elettrico non riuscirà a soddisfare il mantenimento dei livelli globali di CO2 al di sotto di 450 parti per milione’, livello considerato dal ‘Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici’ coerente con la limitazione dell’aumento delle tempe- rature a meno di due gradi centigradi. Anche nel caso in cui venissero dismesse
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