UI_Novembre_2018
Dottor Vigo, da dove nasce l’idea di dare vita a una agricoltura più so- stenibile e legata all’utilizzo delle tecnologie più innovative? “La storia della nostra cascina è parallela a quella della nostra famiglia, e si riflet- te un po’ anche nel modo di condurre il lavoro soprattutto andando a ricercare l’eccellenza e l’innovazione. Questo è di- mostrato dal fatto che, nel 1934, l’azien- da e il nonno furono premiati come primi in Italia per la specializzazione e la produ- zione del grano. Io e mio fratello Alberto, abbiamo cercato di interpretare l’azienda secondo questo filone che ci appartiene cambiando però prodotto, che oggi non è più il grano, e ci siamo specializzati in uno estremamente moderno come la coltivazione del mais, che è strategica in campo nazionale e internazionale”. Come mai questa scelta di puntare sul mais? “A cambiare è stata l’agricoltura: negli anni 40-50 e fine 60 aveva la necessità di portare un prodotto per nutrire il consu- matore mentre oggi, dopo la rivoluzione agricola degli anni 70-80, non vi è più la necessità di produrre per nutrire ma so- stanzialmente di migliorare il livello del cibo creando una società estremamente avanzata come quella odierna, che ricerca ancora meglio il cibo. Quindi sia dal punto di vista dell’agricoltura sia da quello dell’a- limentazione siamo passati da una fase di nutrizione della popolazione a una fase di miglioramento della popolazione. Si è quindi passati da un’agricoltura che ser- viva un fabbisogno nutrizionale a quella che ha visto la rivoluzione agricola, con l’introduzione del mais e il miglioramento della parte zootecnica, e soprattutto l’ar- rivo delle proteine. L’arrivo delle proteine dagli animali ha fatto sì che nella nostra popolazione ci fosse un salto qualitativo, del vivere bene, che oggi si affaccia addi- rittura a un terzo livello di miglioramento, verso un’alimentazione più light”. Quindi vi è uno studio e una ricerca dietro alle coltivazioni scelte? “Assolutamente sì. C’è anche uno studio sull’adattabilità in quanto ci sono zone e terreni più vocate a produrre e altre me- no. Nella nostra zona, avendo la fortuna di avere terreno fertile, ricchezza e ab- bondanza di acqua, abbiamo la possibi- lità di fare uno spettro ampissimo di col- tivazioni. Fatto è che dagli anni 80, con l’introduzione soprattutto degli ibridi e la necessità di avere un prodotto che fosse nutriente per tutta la parte zootecnica - perché non dimentichiamoci che il mais è importante per i due prodotti che sosten- gono l’agricoltura italiana e il suo export, ovvero i prosciutti e i formaggi, e maiali e vacche si nutrono con il mais - il mais diventa pertanto una coltivazione asso- lutamente strategica e fondamentale per mantenere questo tipo di agricoltura”. Quali sono i capisaldi su cui si fonda il protocollo? “Il nostro è stato l’unico progetto italiano sulla coltivazione del mais presentato in Expo, e di questo ne andiamo orgogliosi. Abbiamo ritenuto che Expo potesse esse- re portare a un’interpretazione diversa rispetto alla normale rappresentazione dell’agricoltura: deve sì essere produt- tiva ma sostenibile. Questo lo richiede oggi la nostra società. Nello specifico noi addirittura abbiamo voluto e sostenuto questo progetto di ricerca che oggi ci ca- ratterizza e che ci ha portato a comple- tare un percorso di filiera e a creare un According to the forecasts, the coming years will see a rise in global demand not only for meat and milk but also for maize, one of the main components of livestock feeding. For the last decade or so, average Italian production of maize has been over 9.5 t/ha, and although this is higher than the European average, there does not appear to be any potential for further growth. In response to the problem of how to increase crop yield, the Agricola Folli company (based just outside Milan) has drawn up the patented Combi Mais Idrotechnologies protocol. Originally devised in 2014 under the sponsorship of Expo, it exploits the latest farming technologies used by a number of leading agricultural concerns in combination with methods that ensure environmental protection and the economic sustainability of farming processes. We spoke about this new approach toMario Vigo, co-owner (with his brother Alberto) of Azienda Agricola Folli. “We set up a research project with the Agriculture Department of Turin University that brought together all the very best technological and production methods currently available. The processes we introduced ensure the sustainability of the production process, at all stages right up to the end product. And there are savings to be made throughout. Our irrigation system, for example, saves up to 30-40% in water usage compared with traditional farming methods, in addition to which, we make savings on land, through a reduction in soil use. We save further by using less manure and fewer seeds, fertilisers and weed- killers, leading to an overall saving in both economic and environmental terms because there is no pollution and nothing there that is not really needed, hence the savings” . novembre 2018 25 Eco-sustainability: maize matters Le tre generazioni Vigo all’interno del vecchio mulino della Azienda Agricola Folli. Qui si produce anche una farina bio.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MTg0NzE=