UI_Giugno_2018

perfetto, Cassioli ha infatti frequentato il conservatorio e suona benissimo il piano- forte, la batteria e la chitarra. La vera passione, però, è lo sport. L’amore per il movimento ha il sopravvento e Da- niele Cassioli inizia a sciare sull’acqua. Co- me è nata questa idea? “In realtà il primo approccio con gli sci è stato sulla neve e tutt’ora amo sciare. L’approccio con lo sci nautico e l’attività agonistica non sono av- venute in modo semplice - ci racconta -, e questo non tanto per le mie capacità o la potenza fisica, ma per come questa scelta veniva percepita dal mondo esterno - rac- conta -. A quel tempo non c’erano metodi- che di apprendimento, gli allenatori stessi erano titubanti, magari acconsentivano ad allenarmi, ma con parecchie perplessità, invitandomi implicitamente ad ‘acconten- tarmi’ senza spingermi troppo nella com- petizione”. In effetti, parliamo di anni (an- che se non troppo lontani) in cui i Giochi paralimpici ancora non riscuotevano il suc- cesso di oggi. È stato a Londra, nel 2012, che è emerso il vero spirito agonistico che in passato era più nascosto. Gli atleti para- limpici vogliono vincere e il pubblico lo ha perfettamente capito. Mai accontentarsi “L’adrenalina e l’alta velocità mi hanno sempre stimolato nello sci nautico. Ma an- che superare la difficoltà tecnica di man- tenere l’equilibrio - dice Cassioli -. In un secondo tempo è subentrata la volontà di contribuire alla crescita culturale delle persone che mi stavano accanto. Abbat- tere barriere e pregiudizi. Non acconten- tarmi. Di mia natura non mi accontento e ho cercato, anche con gli allenatori che mi hanno seguito, di mettere in prati- ca una serie di strategie per imparare a muovermi e a gestire il corpo nello spa- zio, sia a terra, con i tappeti elastici, sia in acqua. Lo sci nautico, va detto, è uno sport dove c’è il rumore della barca. Lo sciatore è da solo, non ha un contatto continuo con chi lo allena. Anche per queste ragioni l’apprendimento è stato un po’ più com- plesso ma sicuramente più avvincente”. Adrenalina e velocità. Ma anche altre ra- gioni hanno spinto a percorrere questa carriera sportiva. “Spesso la cecità impe- disce alle persone di esprimere il proprio potenziale soprattutto nel muoversi. Nel canto, nella musica, invece, potrebbe ad- dirittura essere un valore aggiunto. Nel movimento nello spazio il cieco poi è sem- pre visto con movimenti stereotipati, con abitudini posturali che si porta dietro, a volte, a causa della mancanza di espe- “This is how I turned my disability into an excellence” There aremeetings thatmake the difference. One of thesewas the onewithDanieleCassoli, 31 years old, blindfrombirth. At first, youare surprisedby his physical prowess, his physical fitness, which is the result of serious and constant training that allowedhimtowin22 world champion titles, 20European titles and 27 Italian titles inwater skiing. But during apleasant chat, his lively intelligence truly stood out, that way of not taking himself too seriously in telling us about his ‘feats’, humbly andwitha lot of self-irony. Playing down the difficultmoments, the inevitable falls. We think it is amotivation for all of us to see how this guy turnedhisweaknesses into opportunities, becoming the strongest athlete of all time inwater skiing for the disabled. Without neglecting his education: Cassioli graduated in physiotherapy at the age of 22, after successfully passing the admission exams (21st out of 500) andnowhe has his own office and continues to trainand compete, but above all he brings his experience to children. “I’mblindfrombirth because of retinitis pigmentosa - he explains -. My rebirth occurredwhenmy family stopped looking for a cure, the best doctor, anda solution tomy problemand focused onmy skills, onwhat Iwouldhave likedandwhat Iwouldhave been able to do ‘despite’my blindness. Resuming to live and conveying that energy in everyday life.” “Blindness oftenprevents peoplefromexpressing their potential, especially inbeing active. In singing, inmusic, on the other hand, it could even be anadded value.However, inaction, in space, blindpeople are always seenas performing stereotypicalmovements, as having postural habits that they sometimes carrywith them due to the lack of experience, ofmotivation- he explains -. On the other hand, sport gaveme greater awareness, which I then transfer to everyday life, to human relationships, tomoving and living alone.The ability to express [myself] throughmotor sequences, movements, and athletic and technical gestures.” giugno 2018 23

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