UI_Giugno_2018

ti. Lo scopo del progetto è quello di svi- luppare le industrie egiziane con la par- tecipazione del settore privato, e attira- re nuovi investimenti di circa 2 miliardi di sterline, creando 25.000 opportunità di lavoro diretto e indiretto e creare cir- ca 110 nuove industrie di filatura e tes- situra; che opereranno in proprietà be- neficiaria per 50 anni con un canone di affitto mensile di 9.000 sterline egiziane. I proprietari di questi terreni avranno dei vantaggi, tra cui servizi infrastruttu- rali in abbondanza (elettricità, acqua po- tabile, sanità ecc.). Sottolineo che tutti hanno diritto di fare domanda per que- sti terreni che non sono riservati solo alla gente di El-Mahalla o El-Gharbeyya”. La meccanica rappresenta un al- tro settore dove state investendo. Con quali proposte cercate di at- trarre imprese e ci sono già azien- de che operano in Egitto? “L’industria meccanica è tra i dieci setto- ri prioritari individuati nella Special Eco- nomic Zone (SEZ) di Port-Said Est. Questa zona rientra nel Settore A come definito dalla nuova Legge sugli investimenti n. 72 del 2017 che include le aree geogra- fiche che hanno maggior bisogno di es- sere sviluppate. Gli investitori che opere- ranno in questa zona beneficeranno del 50% di deduzione sui costi d’investimen- to dei loro progetti. Godranno anche di altri benefici offerti dalla zona, tra cui: programmi di sviluppo della capacità lavorative (forniti da enti quali la Natio- nal Academy for Science and Skills) e un modello di ‘shelter company’ che aiuterà gli investitori a non avere responsabilità legali in Egitto. I servizi ‘shelter’ di Port- Said Est agiranno come datore di lavoro legale dei dipendenti, l’inquilino in affit- to e saranno responsabili delle imposte e delle altre incombenze amministrative. Gli investitori che implementeranno pro- getti che riguarderanno un certo nume- ro di settori, incluse le industrie meccani- che (macchinari e indotto) in qualunque altra area geografica dell’Egitto (Settore B) usufruiranno di una deduzione del 30% sui costi d’investimento dei loro progetti, come stabilito nella nuova Leg- ge sugli investimenti. Ci sono anche zo- ne industriali gestite dal settore privato che includono tra le priorità le industrie meccaniche”. Dopo la Germania, l’Italia è il se- condo mercato europeo di sbocco. Nel Nord Italia vivono quasi il 41% degli egiziani residenti in Europa. L’Italia può rappresentare la vo- stra porta d’accesso commerciale per l’Europa? E l’Egitto esserlo per l’Italia in Medio Oriente? “L’Egitto è il sesto partner commerciale dell’Italia e il commercio tra i due Paesi cresce di anno in anno. L’Italia può esse- re considerata un hub per il commercio dall’Egitto all’Europa. L’Egitto attira gli investimenti italiani per la produzione e la riesportazione. Questi ultimi possono trarre vantaggio dal basso costo di ma- nodopera e servizi produttivi. Riattivare la linea Roro tra Egitto e Italia per incre- mentare l’export, soprattutto l’export agricolo. Per contro, l’Italia può individuare l’E- gitto come un hub sia manifatturiero sia logistico per accedere a Medio Oriente e Africa. Gli investitori che verranno in Egitto e daranno vita a joint-venture con produttori locali allo scopo di esporta- re beneficeranno enormemente dai se- guenti trattai di libero commercio di cui gode l’Egitto: EU-Egypt Partnership Agre- ement, Egypt - Efta Partnership, Egypt - Turkey Free Trade Agreement, Greater Arab Free Trade (Gafta) Agreement, Co- mesa Agreement, Agadir Agreement, Egypt - Mercosur Agreement, Qualified Industrial Zones (QIZ) Agreement”. @lurossi_71 giugno 2018 17

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