MecSpe 2024_RIVISTA WEB

30 SPECIALE ANTEPRIMA MECSPE 2024 ossidi di terre rare, il prodotto grezzo estrat- to dalle miniere da cui si possono separa- re gli elementi delle terre rare. Il dominio della Cina non riguarda però solo l’estra- zione delle terre rare, ma anche i processi successivi: la separazione degli elementi dagli ossidi, la raffinazione e la forgiatura in leghe, prima della trasformazione finale in magneti. Forte di una strategia industria- le pianificata a lungo termine e di finanzia- menti statali, la Cina ha ormai un vantaggio competitivo irraggiungibile. Inoltre, per tu- telarsi a livello mondiale, Pechino sta po- tenziando i controlli protezionistici sulle im- portazioni e sulle esportazioni di terre rare e materiali lavorati e sta valutando anche l’eventuale divieto di esportare la proprietà intellettuale per la tecnologia di produzione dei magneti. Nel 2022 la Cina ha registrato il 70% della produzione minerarie di terre rare rispetto al 58% del 2021. E come si sta muovendo l’Europa? Nel con- tinente non esistono riserve significative di questi materiali, non c’è una tecnologia di riciclaggio disponibile o in fase di imple- mentazione, non c’è quasi nessuna tecno- logia di lavorazione a valle, tranne che in Cina. La dipendenza dei Paesi europei dal- la Cina per componenti cruciali, anche per campi in cui sono leader mondiali, come ad esempio quello della produzione di turbine eoliche, veicoli elettrici o altre innovazioni ‘green’, incide notevolmente sulla crescita del settore. Come sostiene anche l’Erma, la domanda europea di terre rare è destinata a quintuplicarsi entro il 2030. L’Europa, nel frattempo, sta cercando alter- native valide al suo storico stallo. Un aiuto potrebbe arrivare dall’Australia, in cui ha sede la miniera di Mount Weld che fornisce attualmente il 6% della produzione mine- raria mondiale di terre rare. Ma anche da- gli Stati Uniti, con la miniera californiana di Mountain Pass, che ha appena rimesso in funzione un impianto di separazione, che permette la lavorazione delle terre rare su territorio americano. Oltre alle due alterna- tive extraeuropee, il Vecchio Continente può contare su un impianto di separazio- ne per la produzione di magneti in Estonia e in futuro sul sito francese di La Ronchel- le di prossima espansione. Inoltre, a Kiru- na in Lapponia, è stato scoperto ad inizio dello scorso anno il più grande giacimento europeo di metalli di terre rare, considerata attualmente la più grande miniera sotterra- nea di minerale di ferro del mondo. Questo progetto risulterebbe essenziale per pro- teggere l’Europa dalle importazioni cinesi di motori elettrici, auto elettriche e turbine eo- liche. Ma il giacimento lappone non ha da solo le potenzialità di rendere indipendente il Vecchio Continente. L’UE METTE IN CAMPO UNA LEGGE Esattamente un anno fa, nel marzo del 2023, l’Unione Europea è intervenuta con una proposta di legge sulle materie prime critiche, il Crma. La proposta di legge co- munitaria prevede misure per arrivare a una semplificazione delle autorizzazioni, per in- dividuare dei finanziamenti da destinare ai progetti più validi e per definire gli obietti- vi per l’approvvigionamento, la produzio- ne e il riciclaggio internazionali. Obiettivo, sarebbe quello di supportare l’Europa per diventare indipendente dalla Cina entro la fine del decennio. La Neo Performance Materials ha ricevu- to, per esempio, quasi 19 milioni di euro di fondi europei per realizzare un impian- to in Estonia, ai confini con la Russia, e si sta lavorando a misure per creare centri di produzione di magneti permanenti (il 94% proviene dalla Cina). Ma questo pare non possa bastare.

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