SPECIALE ANTEPRIMA 2023

SPECIALE ANTEPRIMA MECSPE 2023 23 delle imprese, all’insorgere dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Stabile il costo medio orario La spesa complessiva per i costi dei corsi di formazione sale, in termini nominali, del 37,8% rispetto al 2015 (da 4.513 a 6.218 milioni di euro nel 2020). Le singole com- ponenti di costo riguardano: i costi diretti, il costo del lavoro dei partecipanti ai corsi per le ore dedicate alla formazione e il saldo tra i contributi versati per attività formative e finanziamenti ricevuti. L’incidenza maggio- re è rappresentata dal costo del lavoro dei partecipanti ai corsi (che passa dal 58,9% del 2015 al 60,4%). Rimane stazionario l’ammontare dei contributi e diminuiscono i finanziamenti ricevuti dalle imprese (la cui incidenza sul costo totale dei corsi scen- de dal 7,9% del quinquennio precedente al 4,2%). In termini relativi, considerando la composizione del costo in rapporto ai partecipanti, aumentano sia il costo diretto, che arriva a 463 euro (da 366 del 2015), sia il costo del lavoro dedicato ai corsi di for- mazione (da 698 euro del 2015 a 921 del 2020). Diminuiscono i contributi versati dall’impresa per attività formative (da 215 euro per partecipante a 176) e i finanzia- menti ricevuti (da 94 euro per partecipante a 64). Il costo medio per ora di formazione è pari a 56 euro, sostanzialmente uguale, in termini nominali, rispetto al 2015. Il va- lore del costo si mantiene poco variabile rispetto al settore di attività economica: li- velli maggiori di costo riguardano, come nel 2015, il settore dei servizi finanziari e dell’In- dustria in senso stretto (rispettivamente con 69 e 61 euro per ora di corso). Valori inferiori alla media, si hanno nel settore del- le costruzioni e in quello delle attività pro- fessionali, artistiche e sportive con un costo medio orario rispettivo di 50 e 48 euro. Se viene considerata la dimensione aziendale, si nota una tendenza all’aumento del costo orario generalmente proporzionale all’am- pliamento della classe di addetti conside- rata, che passa da 49 euro nelle imprese da 10 a 19 addetti a 59/60 euro in quelle con almeno 500 addetti. Dal punto di vista territoriale, i costi per ora di corso risultano di poco superiori alla media nazionale nelle regioni del Nord e del Centro, intorno ai 60 euro, mentre costi relativamente più bassi si riscontrano nel Mezzogiorno, con circa 42 euro per ora di corso. Determinante il ruolo delle soft skills Un terzo delle imprese dichiara che, nel 2020, una parte dei propri addetti non aveva le competenze adeguate allo svolgi- mento del proprio lavoro secondo il livello richiesto. Nelle imprese di grandi dimen- sioni, il deficit di competenze riguarda due terzi delle unità. Tra le competenze da mi- gliorare, quelle tecnico-operative emergo- no per la loro rilevanza (32,0%) rispetto al settore in cui le imprese operano. A que- ste si affiancano le competenze trasversali, come la capacità di contribuire al lavoro di gruppo (31,2%) e l’attitudine mirata alla so- luzione dei problemi (29,8%), il cui ruolo è divenuto cruciale nella situazione emergen- ziale del 2020. Oltre alle competenze ma- nageriali e gestionali (23,3%) le soft skills assumono dunque una valenza strategica per affrontare cambiamenti repentini e ina- spettati, come quelli che l’emergenza sani- taria da Covid-19 ha portato nel contesto produttivo, e non solo. Nonostante la pan- demia abbia accelerato la transizione digi- tale, le imprese scontano un deficit in tema di competenze informatiche professionali (26,1%) il cui aggiornamento è necessario per tutte. Rispetto al settore di attività, si osservano valori più alti sulle competenze tecnico-operative richieste dalle imprese nei servizi ICT (45,0%), nell’Industria (circa 43%) e nella finanza (38,0%), e di quelle sul lavoro di squadra per il raggiungimen- to di un obiettivo comune in settori molto diversi tra loro come quello di trasporti e magazzinaggio (36,9%) e dei servizi finan- ziari (35,8%) (Figura 3). Più di un terzo delle imprese (35,5%) indica inoltre le compe- tenze tecnico-operative, ossia specifiche del lavoro, tra le competenze professionali importanti per lo sviluppo dell’impresa nei prossimi anni (dato in calo ma in continuità con il 2015). Di contro, rispetto alla passa- ta edizione dell’indagine, cresce l’impor- tanza attribuita per il futuro alle competen- ze informatiche professionali (che passano da 19,4% a 24,1%). Dopo le competenze tecnico-operative seguono in ordine di ri- levanza la capacità nella gestione della clientela (32,0%), le competenze relative al team-working (28,5%) e al problem solving (25,2%), l’abilità nell’autogestire la propria attività lavorativa (18,9%) e la capacità di produrre idee originali (6,9%) rilevate per la prima volta nell’edizione 2020. Le compe- tenze manageriali e gestionali, che sono in- dicate come importanti per il futuro dell’im- presa dal 22,8% in media, lo sono per più del 50% delle grandi imprese con almeno 500 addetti. Le tabelle utilizzate nell’articolo sono del report Istat.

RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz