SPECIALE_ANTEPRIMA_MECSPE_2021

Speciale anteprima 35 Se si guarda ai fattori esterni all’azienda, invece, l’indice diminuisce gradualmente: da un livello 6 di fiducia per l’andamento del proprio settore e per lo scenario econo- mico internazionale (entrambi al livello 5 a luglio 2020), la fiducia passa al livello 5 per lo scenario economico del nostro Paese e a livelli ancor più bassi in riferimento alla situazione occupazionale e allo scenario politico italiano (entrambi al livello 4, e rispettivamente ai livelli 4 e 3 nella prece- dente rilevazione di 8 mesi fa). Nella programmazione politica relativa a misure di sostegno e d’incentivazione del sistema imprenditoriale, tra gli assi di sviluppo su cui sarebbe più opportuno puntare, le imprese del manifatturiero ita- liano hanno pochi dubbi: il 36% sceglie la detrazione per l’acquisto di macchinari e beni strumentali; il 22% indica in generale l’Industry 4.0, il 15% la formazione del per- sonale, l’11% l’internazionalizzazione. Il processo di trasformazione industriale oggi si muove nella direzione della soste- nibilità. Nonostante le difficoltà del perio- do, negli ultimi mesi il 31% delle aziende intervistate dichiara che la sensibilità al tema è aumentata e di avere implementato processi volti alla sostenibilità nella propria azienda. Tra gli aspetti su cui le imprese stanno puntando maggiormente, al primo posto c’è la riduzione dei consumi (42%), ma anche l’attenzione all’inquinamento e all’impatto ambientale (36%), insieme ad un orientamento crescente verso l’eco-so- stenibilità dei prodotti (17%). R&D, aumentano gli investimenti Nel piano per il 2021, le aziende dichiarano che investiranno in ricerca e innovazione, ambito che si conferma ancora una volta fondamentale per reagire alla crisi. Un qua- dro che coinvolge per il 52% i rispondenti intenzionati a destinare entro l’anno una quota fino al 10% del proprio fatturato (era il 46% a luglio 2020), mentre il 19% si spin- gerà oltre, tra l’11% e il 20%. Analizzando nel dettaglio le tecnologie su cui ci si orienta maggiormente, in testa ritroviamo il ruolo primario della sicurezza informatica (22%), seguita dalla robotica collaborativa (19%), produzione additiva (17%) Internet of Things (16%), cloud computing (13%), simulazione e Intelligenza Artificiale (10%), Big Data al 9% e realtà aumentata/virtua- le e materiali intelligenti all’8%. In coda le nanotecnologie, introdotte entro l’anno solo dal 4% delle imprese campione. Gli investimenti in formazione rappresentano per gli imprenditori la migliore strategia per valorizzare il capitale umano in azienda (45%), ma secondo il 38% è altrettanto utile favorire la motivazione e la soddisfazione dei dipendenti con servizi dedicati. I giovani restano un asset molto importante su cui puntare. Malgrado, infatti, le perples- sità e la scarsa fiducia mostrate a livello generale sullo scenario occupazionale, il 56% dei rispondenti all’indagine ha con- fermato di avere assunto nell’ultimo anno giovani under 35, giudicati i più indicati a rispondere in questo momento alla rapida corsa dei processi digitali della fabbrica: il 27% sta valutando di introdurre giovani specializzati nel campo delle tecnologie 4.0 provenienti da ITS o Università, ma con già un minimo di esperienza lavorativa. Il 16%, inoltre, sta valutando di assumere giovani anche senza una precedente formazione scolastica o lavorativa, predisponendo però percorsi formativi specifici interni, mentre il 13% sta predisponendo percorsi formativi interni ai giovani già dipendenti dell’azienda. Le competenze oggi più ricercate in fase di assunzione riguardano in primis la capacità di lavorare in gruppo (28%), insieme alle skill sviluppate sul fronte vendita e post-ven- dita e nell’utilizzo e programmazione di macchine CNC (entrambe indicate dal 25% delle aziende). Servono capacità anche nell’assistenza tecnica e manutenzione (21%) e nel marketing digitale (17%). L’8% guarda anche a figure con expertise rivol- te alla sostenibilità ambientale/economia circolare e il 7% alla prototipazione rapida.

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