MECSPE_2020

Le aziende richiedono competenze digitali specialistiche e hanno bisogno di laureati, ma la situazione peggiora: per il triennio 2019-2021 si prevedono fra le 67.100 e le 94.500 richieste, men- tre il sistema formativo ne fornirà meno di 82.000, di cui due terzi diplomati e un terzo laureati Il totale è in crescita (erano 73.000 nel triennio 2017-19), ma ci sono troppi diplomati: l’offerta di 9.300 laureati e 17.200 diplomati stimati nel 2019 è significativamente aumenta- ta, ma questa crescita non è sufficiente a eguagliare l’aumento del fabbisogno. Il gap risultante è quindi in peggio- ramento, con una carenza di 5.100 laureati pari al 35% del fabbisogno (era 4.400 nel 2017) e un surplus di circa 8.400 diplomati, ovvero il 95% in più di quanto necessario (era 8.000 nel 2017). Questi hanno qualifiche ICT non ancora sufficienti rispetto alle reali esi- genze del mercato, per cui potrebbero essere comunque impiegati e formati dalle aziende con formazione interna oppure diretti verso corsi post-diploma, soprattutto nell’ambito dell’offerta for- mativa degli ITS. Nel 2018 i laureati ICT sono in forte aumento (+14,5% rispetto al 2017), di cui 5.140 circa ‘specialisti’ in informatica e ingegne- ria informatica (Info), in aumento del 16,1% rispetto al 2017. La crescita è maggiore per le lauree triennali (+19%) rispetto alle magistrali (+12%). Rallenta però al 3% la crescita delle imma- tricolazioni (+2% per le lauree Info) rispetto ai tassi a doppia cifra degli anni precedenti, mentre le percentuali di abbandono restano elevate, con un 53 Speciale anteprima trend laureati/ immatricolati sotto il 40% nelle triennali e attorno al 60% nelle magistrali ICT. Fa eccezione il Nord Ovest dove le immatricolazioni alle lau- ree triennali ICT aumentano dell’11%. In crescita anche la quota femminile di immatricolazioni che arriva fino al 29% nel Nord Ovest (era 25% nel 2017). Chi continua all’università Solo il 34,3% dei diplomati ICT pro- segue all’università, contro una media nazionale del 50,3%. Il dato può essere letto positivamente come una conse- guenza del fatto che un diplomato ICT su due trova lavoro entro sei mesi dal diploma, ma a bassa qualificazione specialistica. Un segnale degli anco- ra insufficienti progetti di innovazione digitale sia di processo sia di prodotto e della scarsa sensibilizzazione da parte della scuola, rispetto alle richieste del mercato e per orientare i ragazzi verso lauree specialistiche che garantiranno loro un lavoro certo.Sebbene i percorsi universitari, per loro natura, abbiano tempi di adeguamento al mercato più lunghi, via via sono in espansione le offerte formative specialistiche che ser- vono al mercato. Sono in crescita per le lauree ICT i focus su Big Data e Data Science (49% dei corsi con copertura medio-alta) e Sicurezza Informatica e Cybersecurity (56% dei corsi con copertura medio-alta). Fra i corsi cen- siti su Intelligenza Artificiale, oltre il 64% hanno una copertura medio-alta delle tematiche, mentre per IoT fra i corsi censiti almeno il 25% tratta in maniera abbastanza approfondita la materia. Resta limitata l’offerta for- mativa di insegnamenti in area Cloud Computing (24% dei corsi con copertu- ra medio-alta), mentre manca ancora la copertura dei temi sull’utilizzo in ambito aziendale e gli aspetti contrattualistici/ legali e finanziari.

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