RMO_264

FOCUS ADDITIVE MANUFACTURING 72 rmo NOVEMBRE/DICEMBRE 2024 SINERGIE CROSS SETTORIALI Enormi sono quindi le opportunità e i margini di crescita dell’ad- ditivo in tutti i settori del manifatturiero. A patto però che le tecnologie AM vengano introdotte in maniera opportuna, non come sostitutive di altre metodologie già in uso, ma come in- tegrazione da inserire come un upgrade tecnologico in grado di portare la produzione a un livello superiore, aumentando valore e vantaggio competitivo. “Tutti i settori che stanno adot- tando l’Additive Manufacturing vedono la tecnologia come uno strumento per poter fare innovazione - dice Medina -, non tanto incrementale ma in senso disruptive, come qualcosa che è in grado di portare vero valore aggiunto nell’evoluzione del pro- dotto. Ciò rappresenta un asset chiave per l’industria italiana, in quanto tecnologia all’avanguardia che consente di posizionarsi con prodotti a più alto valore aggiunto e superiore contenuto tecnologico rispetto al manufacturing tradizionale”. In tal modo è possibile creare un essenziale differenziale competitivo all’in- terno dei mercati globali, dove altrimenti l’alternativa è batta- gliare sui prezzi con i Paesi emergenti. E’ quindi difficile dire se oggi vi siano settori che più di altri possono trarre benefici dalle tecnologie AM, come riflette Orsi: “Molte volte siamo stati sor- presi dai nostri stessi clienti, che con le nostre macchine hanno fatto cose che non ci aspettavamo. Sicuramente vediamo un generale spostamento dalla prototipia alla produzione vera e propria, e ciò significa che i pezzi diventano da pochi a tanti, aprendo moltissime strade a diverse industrie, ovunque sia ri- chiesta complessità, con un problema di produzione legato a pezzi difficili da realizzare laddove l’additivo può rappresentare un diverso strumento risolutivo. E soprattutto dove vi sia la ne- cessaria visione da parte di imprenditori e manager”. Zito os- serva quindi come siano già diversi i settori che mostrano trend di crescita delle tecnologie additive, come biomedicale, spazio e aeronautico, ambiti in cui si trova il miglior trade-off tra produ- zione di serie e produzione più customizzata ad altissimo valore aggiunto. “La vera sfida nei prossimi anni - aggiunge Zito - è far capire che le tecnologie tradizionali non vanno soppiantate, ma avvicinate e accoppiate quanto più possibile con la tecnologia additiva, traendo il meglio dalle peculiarità delle due: i semila- vorati near net shape saranno pertanto sempre più prerogativa dell’AM, mentre tolleranze estreme e precisioni resteranno ap- pannaggio delle macchine utensili. La chiave sarà sempre più affiancare il meglio che offrono le due metodologie di produzio- ne, accogliendo le potenzialità di questo connubio che stanno arrivando e arriveranno sempre di più in settori, ad esempio, come quello delle macchine automatiche, dove le tecnologie additive insieme a quelle tradizionali stanno entrando in manie- ra molto interessante”. VISIONE E POST-PROCESSING Interessante è quindi capire con chi lavora sul campo, a stretto contatto con gli utilizzatori, quali sono i principali ostacoli e le difficoltà nell’adottare le tecnologie AM. “Quello che sicuramen- te serve, e che di conseguenza manca, è una visione generale di tutto quanto si può ottenere con l’Additive Manufacturing - afferma Orsi -, e quindi la capacità di riuscire a integrare bene la stampa 3D in metallo all’interno di altri processi, allineando tutta la filiera dell’azienda in maniera tale che tutti sviluppino fi- ducia nella tecnologia e comprensione dei benefici. Quando le aziende ci approcciano nelle fiere cui partecipiamo, ancora ci domandano se la tecnologia funzioni veramente, o se si otten- gono davvero pezzi di metallo solido, o se è possibile ottenere qualsiasi forma. La risposta è ovviamente sì alle prime due, e come per tutte le tecnologie produttive, si possono ottenere for- me innovative che rispondono a precisi criteri di progettazione

RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz