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EDITORIALE 5 NOVEMBRE/DICEMBRE 2024 rmo Il terzo trimestre dell’anno si chiude con un segno positivo nell’indice degli ordinativi di macchine utensili italiane. L’incremento registrato è del 7,9% rispetto al medesimo periodo luglio-settembre dello scorso anno. Gli ordini raccolti oltreconfine sono risultati in crescita del 10,7% mentre sul fronte interno hanno segnato un incremento del 4,3%. Dopo sei rilevazioni consecutive in calo, il ritorno in campo positivo dell’indice degli ordinativi è certamente una boccata d’ossigeno perché, appunto, interrompe un trend che accompagnava il settore da qualche tempo. Nonostante questa buona notizia, la situazione del comparto resta però complicata. E sostanzialmente per due ragioni. Il primo motivo è nel fatto che il segno positivo riscontrato dall’indice deriva dal confronto con uno dei trimestri che si sono caratterizzati per una delle raccolte di ordini più debole di sempre: il periodo luglio-settembre 2023, in termini assoluti, è risultato di poco superiore a quello dello stesso trimestre del 2020, un anno flagellato dalla pandemia. E il secondo motivo arriva dalla comparazione tra settori, dove emergere una netta discrasia tra l’andamento del comparto delle macchine per deformazione e lavorazione della lamiera con quello delle macchine per l’asportazione di truciolo . Ossia emerge un comparto che si muove a due velocità: da una parte le aziende della deformazione che riescono a lavorare su tanti mercati e soprattutto ad intercettare la domanda espressa da settori profondamente diversi tra loro e, dall’altro lato, quelle dell’asportazione alle prese con problemi di contesto particolarmente complicati. In quest’ultimo caso, la difficoltà arriva dalla forte competizione estera, asiatica soprattutto, e dalla grande incognita che arriva dall’automotive che ha paralizzato gli investimenti in nuove tecnologie di produzione. COMPARTO A DUE VELOCITÀ

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