RMO_262

29 SETTEMBRE 2024 rmo ratori, è ‘finito nel dimenticatoio’”. Con l’entrata in funzione di Transizione 5.0 le imprese manifatturiere italiane potranno scegliere se operare con uno o con l’altro provvedimento, “ben consapevoli che il 5.0 unisce digitale e risparmio ener- getico mentre il 4.0 continua a insistere esclusivamente sul digitale. E sarà a disposizione un bel plafond di risorse. Si tratta di circa 13 miliardi totali: 6,4 miliardi sono quelli stimati per il 4.0; mentre 6,3 miliardi sono le risorse certe per il 5.0 dal fondo Repower EU”. DISPONIBILITÀ DI PERSONALE PREPARATO Le macchine di ultima generazione hanno bisogno di perso- ne capaci di gestirle, programmarle, utilizzarle. Ma imponen- do anche una decisa riorganizzazione dell’attività aziendale richiedono approcci innovativi anche per le figure non diret- tamente legate alla produzione. “Ucimu per questo ha potenziato, e lo farà ancora di più in futuro, il suo impegno in Ucimu Academy, progetto nel quale rientrano tutte le iniziative dedicate a ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro – ha indicato Barbara Colombo -. Dai premi per le tesi, alla collaborazione con gli ITS, passan- do per tutto il lavoro che facciamo in occasione delle nostre manifestazioni espositive”. Tra queste vi è RobotGames, il nuovo contest di robotica e automazione, per giovani delle scuole secondarie di secon- do grado, che presenteranno i loro prototipi di automazione robotica con applicazione al mondo dell’industria, e che farà il suo debutto alla fiera BiMu. La giuria dovrà scegliere i tre migliori tra i dieci team finalisti. “Sono ragazzi appassionati che arrivano da tutta Italia – si sofferma Colombo -. Questo è un ottimo messaggio per tutti noi che operiamo nel mon- do high-tech: le nuove generazioni sono pronte a seguirci, a impegnarsi, applicando la loro creatività all’industria. Noi imprenditori dobbiamo essere sempre più attenti a compren- dere le loro aspirazioni, avvicinarli e coinvolgerli”. INTERNAZIONALIZZAZIONE “Stati Uniti, Cina, India, Vietnam e Messico oltre, ovviamente all’Unione Europea, questi sono Paesi a cui guardiamo con maggiore attenzione. Esportare è il nostro primo modo di presidiarli ma non può e non deve essere l’unico. Su questo dobbiamo ancora migliorare. In risposta a questa esigenza, su spinta dell’associazione, sono nate le reti di impresa che aggregano diverse aziende del settore in mercati considerati particolarmente attrattivi. Ad oggi ne abbiamo due: ITC In- dia, attiva da oltre 10 anni, a cui si è aggiunta l’anno scorso IMT Vietnam”, ha detto Colombo. Ma strutturarsi per essere realmente competitivi sul merca- to globale è un processo lungo. “Per questo - ha affermato Barbara Colombo - è importante che le autorità potenzino le risorse destinate a supportare l’attività di internazionalizza- zione delle aziende, dalle missioni di incoming di operatori esteri alle fiere internazionali che si tengono in Italia, ai tour di visita alle imprese italiane, ai forum all’estero di presen- tazione dei settori più attrattivi del made in Italy. Ma penso anche alle iniziative con Sace, per le coperture dell’attività di export, e con Simest, per i finanziamenti dei progetti di svi- luppo estero così come per la partecipazione alle fiere inter- nazionali che si tengono in giro per il mondo”. Infine, Barbara Colombo ha richiamato alla consapevolezza che la dimensione delle aziende e anche quella del nostro Pae- se non giocano a nostro favore: “Per cui sempre più importante sarà la nostra appartenenza all’Unione Europea all’interno della quale potremo contribuire ad indirizzare programmi, direttive e piani economico-industriali nella misura in cui saremo capaci di presidiare, a tutti i livelli, i tavoli strategici”.

RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz