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71 GIUGNO/LUGLIO 2024 rmo Infatti, oltre alla semplice proiezione planare, siamo in grado di avvolgere una qualsiasi grafica piana su un qualsiasi soli- do tridimensionale, ottenendo così risultati geometricamente estremamente fedeli rispetto a quanto previsto in fase proget- tuale, realizzando così marcature/incisioni in cui sono assenti le distorsioni geometriche. Questa tipologia di marcature/incisioni complesse è resa pos- sibile dalla coesistenza di due differenti tecnologie: Wrapping 3D, che ci consente di marcare disegni tridimensionali geo- metricamente perfetti; Z-Dinamico che ci consente di mante- nere il fuoco su tutti i punti della superficie in esame. SISTEMI PER MARCATURA 3D Considerando che una testa di scansione a 3 assi ha un co- sto molto più elevato del tradizionale sistema a 2 assi, è op- portuno capire quando ne abbiamo effettivamente bisogno e quando invece ci viene proposta solo per una questione economica. Come già accennato prima, la sostanziale dif- ferenza tra i due sistemi è relativa alla differente tolleranza focale, ovvero alla possibilità di mar- care un particolare che, per le sue caratteristi- che geometriche, non è sempre alla stessa di- stanza di fuoco rispetto alla testa laser. Considerando un’area di marcatura di 100 × 100 mm, una testa a 3 assi ha solitamente una tolleranza di messa a fuoco di circa 40 mm, mentre quella tradizionale è limitata ad una tolleranza di circa 2 mm. Va specificato che campi di marcatura maggiori consentono una tolleranza di messa a fuoco maggiore. Se il primo valore (area di marcatura) è so- lamente dipendente dal progetto della testa (in quanto capace di ri-focalizzarsi in base al disegno), il secondo (tolleranza di messa a fuoco) è invece variabile in dipendenza di al- cuni fattori esterni. Il materiale che si marca: materiali come l’acciaio possono essere mar- cati con un defocus fino a 5 o 6 mm, mentre per l’alluminio naturale è necessario essere posizionati esattamente alla corretta distanza focale; la focale che si utilizza: in base ad es- sa si ottiene un campo più o meno grande, che varia in un range tra i 100 ed i 400 mm e che viene scelta principalmente in base all’a- rea di marcatura richiesta, ma non solo. Infatti, la scelta della focale è anche dipen- dente dalla tipologia di lavorazione che si deve effettuare e alla tolleranza che si ritiene necessaria. Una focale grande viene anche definita ‘lunga’, ovvero con una profondità di campo maggiore. In sostanza, l’utilizzo di una focale lunga permette spesso e volentieri di ovviare alla problematica della tolleranza. Il sistema con lente a campo piano, comunemente indicato con la sigla FFL (Flat field lens), sfrutta le proprietà ottiche della lente per mantenere la messa a fuoco costante sul pia- no di lavoro. Ha il vantaggio di movimentare solo gli specchi di ridotte dimensioni e di essere quindi molto veloce. Il sistema a 3 assi, nel quale il terzo asse viene utilizzato solo per variare il punto di fuoco, vede una lente montata sull’as- se lineare che, in combinazione con la lente successiva, permette di variare la focalizzazione. Subito dopo c’è il si- stema galvanometrico X e Y per movimentare il fascio laser nel campo di marcatura, determinato dalla lente FFL. Senza il movimento di un asse Z meccanico esterno siamo in grado di marcare superfici non piane, a diverse altezze o cilindri- che, velocizzando l’intero processo rispetto alla movimenta- zione dell’intera testa laser. Esempio di incisione 3D di textures e scritte all’interno di uno stampo per bottiglie.

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