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38 rmo GENNAIO/FEBBRAIO 2024 Nel 2023, l’industria italiana costruttrice di beni strumentali ha segnato un nuovo record di fatturato, trainato dall’export. Il 2024 dovrebbe, invece, segnare un leggero arretramento. È quanto emerge dalle rilevazioni di Federmacchine, la federazione delle imprese costruttrici di beni strumentali Secondo le analisi elaborate da Federmacchine, nel 2023 il fattu- rato dell’industria italiana dei beni strumentali è cresciuto a quota 56.935 milioni di euro, il 2,8% in più rispetto al 2022. Il risultato complessivo è stato determinato dall’export, cresciuto del 5,1% a 37.426 milioni di euro. Le consegne sul mercato interno si so- no fermate a 19.509 milioni di euro, con un calo del 1,5% rispetto all’anno precedente, risentendo della riduzione del consumo do- mestico di macchinari che, dopo anni di grande espansione, re- gistra una leggera riduzione, scendendo a 31.496 milioni di euro (-0,8%). Il 2024 appare più incerto: il fatturato dovrebbe arretrare dell’1,2%, a 56.257 milioni di euro. Sul risultato finale dovrebbe pesare la ri- duzione delle consegne dei costruttori italiani, in calo del 4,6% a 18.611 milioni di euro. Le esportazioni invece dovrebbero restare pressoché stazionarie a 37.646 milioni di euro (+0,6%). “Il 2024 si apre per noi con incertezza sia sul mercato interno che su quello internazionale - commenta Bruno Bettelli, presidente Federmac- chine -. Lo scenario geopolitico di grande instabilità, sia sul fronte europeo che su quello medio-orientale, non fa che complicare le cose, producendo un effetto di parziale congelamento della do- manda di beni strumentali. Certo, il rallentamento non si presenta con le stesse tempistiche né con la medesima intensità per tutti i settori che fanno capo a Federmacchine ma questo trend è co- mune all’intero mondo del bene strumentale”. EXPORT E COMPETENZE Le fabbriche italiane stanno aggiornando il proprio parco mac- chine ma negli stabilimenti produttivi del Paese, soprattutto nel- le PMI, sono ancora in funzione anche macchinari di 20-30 anni. “Dobbiamo poter agevolare la sostituzione delle tecnologie obso- lete da parte di tutte le aziende, anche di quelle più piccole, che hanno disponibilità economiche più contenute - indica Bettelli -. Solo così potremo assicurare il miglioramento della competitività del Made in Italy”. “Il personale rappresenta per noi la chiave di volta con cui assicu- rare continuità alla nostra attività di impresa - dice il presidente -. Per questo misure di incentivo alla formazione sono molto ben ac- colte dalle imprese che operano nel campo della tecnologia: oc- corre investire in formazione e aggiornamento dei dipendenti già impiegati in azienda, anche alla luce delle sfide di innovazione, non solo digitale, che ci attendono nel prossimo futuro”. E poi vi è il problema del reperimento di giovani risorse. “Le organizzazioni come Federmacchine e le singole associazioni, ciascuna per le proprie specificità, possono fare molto in questo senso sviluppan- do azioni di promozione del settore presso le università, gli ITS, gli istituti tecnici, nelle aree a maggior concentrazione di imprese del comparto e con iniziative puntuali per avvicinare il mondo dei gio- vani a questa industria che è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy nel mondo”, conclude. NEL 2024 LIEVE CALO DEL BENE STRUMENTALE IN BREVE

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