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54 rmo novembre/dicembre 2023 FOCUS ADDITIVE MANUFACTURING marca: “Come per le tecnologie ‘sottrattive’ ad asportazione di materiale, vi deve essere una stretta comunicazione tra la produzione e il reparto di progettazione. Partendo dai requisiti del pezzo in questione, sarà necessario adeguare la progetta- zione in funzione delle possibilità e dei limiti della tecnologia che verrà adottata per la realizzazione. Proprio le competenze sulle differenti tecnologie, che considero pertanto necessarie, permettono di scegliere a livello progettuale quale tecnologia produttiva è più indicata, sia per aspetti di efficienza sia per requisiti indispensabili. Per rispondere alla domanda, trovo per- tanto necessarie le competenze specifiche anche per adottare l’Additive Manufacturing come tecnologia di produzione, come detto nell’ambito e nei limiti o nelle possibilità che la tecnologia permette. Il ruolo del progettista che si affaccia a questo modo di sviluppo prodotto sarà quello di intuire dove l’impiego di questa tecnologia rispetto a quelle tradizionali ad asportazione di materiale possa dare un valore aggiunto oppure dove questa può risolvere aspetti altrimenti difficilmente affrontabili”. La parola passa a Calignano che sottolinea: “Ogni tecnologia ha delle linee guida di progettazione/produzione. Se da un lato è vero che le tecnologie additive permettono di avere, ri- spetto alle lavorazioni per asportazione di materiale, maggiori libertà progettuali, dall’altro anche queste hanno dei vincoli di processo. Il ruolo del progettista che sviluppa un componente per le tecnologie additive non è diverso da quello che progetta per le tecnologie tradizionali. Il risultato finale sarà sempre un compromesso tra le limitazioni introdotte dalla geometria, dai materiali e dai processi tecnologici utilizzati per realizzare il componente. Il principale cambiamento risiede nell’obiettivo: AM vuol dire ottimizzare il rapporto peso-prestazione di un prodotto. L’AM non è idoneo per prodotti massivi a causa della fisica dei processi stessi. Diventa quindi estremamente impor- tante, soprattutto per i processi di fusione di polveri metalliche, avere una profonda conoscenza della relazione materiale-pro- cesso-geometria”. Corvaglia descrive alcuni esempi applicativi adottati in Leo- nardo: “Vi sono diverse applicazioni che, per motivi di riserva- tezza, non possono essere divulgate. Possiamo dire che, come detto in precedenza, alcuni componenti sono già stati installati su velivoli, e non solo, 100% made in Leonardo oltre che per nostri importanti clienti. Sicuramente è possibile dire che, gra- zie all’introduzione delle nuove tecnologie, i processi di ricerca e sviluppo sono stati accelerati: si può così raggiungere gli scopi prefissati dalle roadmap tecnologiche con maggiore celerità, riducendo il time to market”. Alcuni sistemi produttivi dedicati all’Additive Manu- facturing. Qui di seguito segnaliamo alcuni prodotti dedicati all’Additive Manufacturing: caratteristiche, funzionalità e inte- grazione dei processi. Un sistema che vale la pena raccontare in questa sede è l’ultima aggiunta alla gamma di prodotti Prima Additive: si tratta della cella robotizzata Prima Additive Ianus, che equipaggia al suo interno un braccio robotico dotato di una testa laser. Questa soluzione si rivela un versatile sistema laser multiprocesso, in grado di eseguire processi di Additive Manufacturing con tecnologia Direct Energy Deposition con l’uso di polvere o filo, ma anche di operare su processi al di fuori dello spettro dell’additive, come nel caso della saldatura laser o della tempra laser. La sua infrastruttura consente di ese- guire fino a due tra questi processi all’interno della stessa cella, Una stampante 3D nel reparto R&D di Leonardo, stabilimento di Grottaglie. La produzione additiva consente di realizzare in poche ore modelli di fusione in cera al 100% ad alta risoluzione (foto 3D Systems).

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