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53 rmo novembre/dicembre 2023 sione adatte alla produzione finale. La stessa logica ha dettato lo sviluppo di HP Metal Jet, la tecnologia per la stampa 3D di acciaio recentemente lanciata sul mercato”. Anche la progettazione subisce un cambiamento. Que- sti primi interventi mettono a fuoco un momento di radicale cambiamento. L’Additive Manufacturing costituisce un’inno- vazione rilevante, capace di produrre modificazioni profonde nell’economia e nella società da molteplici punti di vista. Ma come si affronta la progettazione con l’apporto di materiale invece della classica asportazione di materiale? Nuovi oggetti e nuove geometrie prendo forma, con tecnologie completa- mente differenti rispetto al passato. “L’introduzione di tecnologie AM comporta un cambio di pa- radigma per il progettista - dice Campatelli -, in quanto queste permettono di realizzare geometrie estremamente complesse, difficili o impossibili da produrre con approcci più tradizionali come la fresatura. Un esempio sono le applicazioni bio-inspired che adottano geometrie derivate da quelle naturali, per esem- pio la struttura trabecolare ossea, difficilmente realizzabile con tecnologie tradizionali, per ottenere miglioramenti rispetto a componenti già esistenti in termini di minore peso, maggiore rigidezza o resistenza a urti. Inoltre, le tecnologie AM indu- cono una trasformazione metallurgica del materiale e hanno una maggiore dipendenza fra parametri di processo e qualità del prodotto rispetto ai processi di asportazione di truciolo, per cui diventa fondamentale non solo avere competenze legate al dimensionamento dei componenti, ma anche una robusta esperienza sui materiali, in modo da scegliere in modo oppor- tuno il migliore da utilizzare, la strategia di deposizione o il suo orientamento”, conclude il docente. “Analogamente alle macchine a controllo numerico o alla stampa a iniezione - afferma Rincicotti -, progettare per l’Ad- ditive Manufacturing richiede competenze specifiche che con- sentano di sfruttare al meglio i benefici delle varie tecnologie. Nel campo dell’Additive Manufacturing, inoltre, le cose sono ulteriormente complicate dal fatto che esistono varie tecnolo- gie e ottimizzare un progetto 3D per l’una o per l’altra richiede approcci diversi. Per chi voglia specializzarsi in questo campo sono disponibili innumerevoli risorse, tra cui corsi accademici e formazione erogata dai diversi attori della filiera. Infine, molti software CAD 3D facilitano il lavoro del progettista, generando automaticamente design innovativi che ottimizzano l’oggetto da realizzare, dati i vincoli e le tolleranze impostate dal proget- tista”. Invece, Dunne rimarca l’importanza della creatività: “Per ogni modalità di produzione esistono regole di progettazione uniche. La produzione additiva tende ad avere meno limitazioni e vincoli rispetto ai metodi tradizionali, il che può rendere più facile la progettazione per i processi additivi rispetto a quelli convenzionali. Detto questo, la creatività gioca un ruolo im- portante nel determinare nuove funzionalità nella produzione additiva. Un progettista creativo può ottenere notevoli miglio- ramenti delle prestazioni davvero impressionanti da vedere”. Diventa necessario un approccio mentale diverso. “Pro- gettare per l’Additive Manufacturing - sottolinea Grosso -, richiede innanzitutto un approccio mentale diverso: questa tecnologia permette di superare i vincoli delle tecnologie tradi- zionali consentendo forme ottimizzate guidate dalla funzione che il componente dovrà svolgere nel suo utilizzo. Con l’Ad- ditive è possibile, ad esempio, alleggerire componenti svuo- tando superfici piene e mantenendo le stesse caratteristiche meccaniche, ma anche creare complessi canali interni o con- solidare diverse parti in un unico componente, eliminando la necessità di assemblaggi successivi”. E continua: “Per questo al progettista è richiesto un radicale cambio di paradigma perché non si tratta di progettare gli stessi componenti per un’altra tecnologia, ma di progettare diversamente. Dal punto di vista più squisitamente tecnico, ci sono software specifici per l’Addi- tive che facilitano le attività di ottimizzazione topologica che questa tecnologia rende possibile. Sempre a livello tecnico, al progettista è richiesto di saper lavorare molto di più su forme curvilinee rispetto alla progettazione tradizionale che tende a lavorare su forme più squadrate figlie dei vincoli tecnologici. Nel futuro prevediamo un intervento sempre maggiore delle Intelligenze Artificiali e degli algoritmi di progettazione, che si riveleranno cruciali nell’agevolare il lavoro del progettista e nel limitare il più possibile gli errori in fase di produzione, contri- buendo così ad incrementare ulteriormente la competitività di questa tecnologia”. “Nel prossimo futuro - si inserisce Boiocchi -, chi andrà a pro- gettare i nuovi prodotti nelle aziende dovrà necessariamente affiancare al processo tradizionale quello in 3D e quindi sarà necessario saper concepire un prodotto per questo tipo di mac- chinari fin dalla sua origine. Tuttavia, si dovrà lavorare molto anche sulla conoscenza dei materiali. Il design for additive è un cambio culturale necessario per sfruttare appieno le poten- zialità delle tecnologie di stampa 3D. Chi lo ha fatto ha potuto rendersi conto in fretta dei vantaggi offerti dalla produzione additiva in termini di tempi, costi e sostenibilità”. Bologna ri-

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