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51 rmo novembre/dicembre 2023 lotti o componenti unici. Alcune applicazioni di successo per le tecnologie AM sono per esempio prodotti biomedici perso- nalizzati sul paziente, componenti per macchine operatrici e ricambi per vecchie serie. Difficilmente queste tecnologie po- tranno essere impiegate con successo per la produzione di com- ponenti automotive di grande serie”. Il pensiero di Corvaglia è il seguente: “Progettare tramite tec- nologia additiva richiede sicuramente un approccio differente alla progettazione. Già l’introduzione dei materiali compositi negli anni 80 aveva portato un differente modo di intendere la disegnazione: non più un materiale isotropo, con le caratte- ristiche meccaniche simili in tutte le direzioni, ma materiali che potevano essere ingegnerizzati, cioè ottimizzati per lo specifico carico operativo della struttura”. E così si è arrivati a velivoli come il Boeing 787 (le cui sezioni 44 e 46 e lo stabilizzatore oriz- zontale sono interamente progettate e prodotte in Leonardo Aerostrutture rispettivamente a Grottaglie e Foggia), oppure l’Airbus A220 (stabilizzatore prodotto in Aerostrutture a Fog- gia) che hanno fatto grandissimo uso dei compositi per otte- nere performance inimmaginabili con i materiali tradizionali. E continua: “Stessa rivoluzione l’introduzione della stampa 3D, che permette ulteriori ottimizzazioni delle strutture: si possono generare spazi vuoti dove non è necessario portare carichi men- tre ‘creare’ il materiale dove la struttura lo necessita. Quindi una ulteriore ottimizzazione. Il progettista deve essere in grado di lavorare in strettissima sinergia con la Ricerca e Sviluppo e gli ingegneri industriali: fondamentale, infatti, quello che viene definito ‘design for additive’, lo studio delle geometrie e dei carichi che le strutture devono sostenere mediante ottimizza- zioni topologiche. In Leonardo si sta studiando anche l’introdu- zione dell’intelligenza artificiale per il controllo, la ripetibilità e l’autoapprendimento dei processi produttivi, al fine di rendere I protagonisti Gianni Campatelli associate professor department of industrial engineering manufacturing technology research laboratory dell’ Università di Firenze : “L’introduzione di tecnologie AM comporta un cambio di paradigma per il progettista in quanto queste permettono di realizzare geometrie estremamente complesse, difficili o impossibili da produrre con approcci più tradizionali come la fresatura”. Fabio Boiocchi marketing manager Italy di Stratasys : “Si tratta di una trasformazione in corso. Le aziende manifatturiere stanno attraversando un periodo di cambiamenti dirompenti che rendono i vantaggi dell’AM ancora più interessanti”. Patrick Dunne vice president, advanced applications di 3D Systems : “Per alcune forme di produzione, come le gabbie spinali in titanio, gli allineatori trasparenti e la fusione di gioielli, si tratta di una tecnologia di produzione matura al 100%. Per altre è al momento giustificabile per la creazione di un basso volume di parti ad alto valore”. Gino Rincicotti Emea 3D print regional marketing manager di HP : “Analogamente alle macchine a controllo numerico, progettare per l’Additive Manufacturing richiede competenze specifiche che consentano di sfruttare al meglio i benefici delle varie tecnologie. Sono disponibili corsi accademici e formazione erogata dai diversi attori della filiera”. HP mette a disposizione due tecnologie: Multi Jet Fusion per i polimeri e Metal Jet per l’acciaio.

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