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50 rmo novembre/dicembre 2023 FOCUS ADDITIVE MANUFACTURING particolarmente profittevole, come per esempio il medicale o l’aerospace, applicazioni più generaliste per le quali l’additive non sarà mai una tecnologia competitiva, e poi c’è una mole enorme di applicazioni dell’Additive che potrebbero essere pro- fittevoli, ma che ancora non sono state esplorate. Lì si costruirà il vantaggio competitivo di questa tecnologia nei prossimi anni e il ruolo dei produttori di macchine come noi è quello di la- vorare per offrire soluzioni con un costo operativo sempre più basso per incrementarne l’utilizzo, ma soprattutto supportare tutti quelli che vogliono avvicinarsi a questa tecnologia nell’e- splorare e validare nuove applicazioni”. Articolata la risposta di Stefano Corvaglia, Leonardo divisione aerostrutture: “Leonardo, grazie alla collaborazione tra le di- verse divisioni, ha già in utilizzo parti realizzate mediante tec- nologia additive, tra cui alcune parti sono già ‘in volo’. Come tutte le tecnologie innovative, l’utilizzo in ambito aeronautico necessita di importanti processi di sviluppo, messa a punto e qualifica degli stessi. Di conseguenza occorre continuare sulla strada della ricerca per creare sia le evidenze sulla base delle quali definire gli ‘ammissibili’ sia la conoscenza del compor- tamento dei materiali nel tempo per applicazioni strutturali, soprattutto per quelli polimerici”. L’utilizzo di questi materiali passa dalla necessità quindi di sviluppare e stabilizzare i processi oltre che dal generare tramite test chimici, fisici e meccanici una base dati, i cosiddetti ammissibili, che permetta la proget- tazione di parti di volo, e non solo di volo, con questa nuova tecnologia. E ha proseguito: “Un ulteriore vincolo è legato alle dimensioni massime delle parti che le macchine di AM sono in grado di realizzare. In Leonardo la tecnologia AM, mediante utilizzo di polimeri e leghe metalliche, è utilizzata per la re- alizzazione di componenti secondari del velivolo non ‘safety critical’ o di altri prodotti oltre che per la realizzazione di at- trezzature di prototipazione e di produzione, sia per processi di fabbricazione che di rifilatura e assemblaggio”. Occorre altresì puntualizzare che i processi additivi non vanno visti solo come quelli realizzati tramite le stampanti 3D: vi è un mondo di pro- cessi che puntano a ‘costruire la parte’ aggiungendo materiale e non sottraendolo (come per la fresatura dei metalli). Per esem- pio, la laminazione delle plies (strati) in materiale composito fibrorinforzato è un processo di manifattura additiva: infatti il manufatto è realizzato aggiungendo, strato su strato, fino alla realizzazione del componente finale. Oppure anche tecnolo- gie come l’injection molding, in cui materiali diversi (polimeri, metalli, ceramici) vengono iniettati in stampi chiusi a pressioni e temperature ben definite. O ancora la laminazione con Fiber Patch Placement in sperimentazione in Leonardo Aerostrutture a Grottaglie. Di conseguenza è facile immaginare che ci si trovi a parlare di tecnologie molto diverse rispetto all’immaginario collettivo, alcune di esse in fase di studio e altre, in Leonardo, in fase di brevettazione, ha concluso Corvaglia. Personalizzazione e diversificazione di soluzioni e pro- dotti. “Più che tecnologia di Additive Manufacturing sarebbe più corretto parlare di tecnologie - afferma Gianni Campatelli, associate professor department of industrial engineering ma- nufacturing technology research laboratory dell’Università di Firenze -, in quanto negli ultimi anni si è verificata una forte diversificazione delle soluzioni disponibili sul mercato e una loro evoluzione che ha portato a un consistente miglioramento delle caratteristiche meccaniche e della finitura dei prodotti re- alizzati e a una ampia varietà di materiali utilizzabili con questo processo. Questo ha reso possibile utilizzare le tecniche AM non solo per la produzione di prototipi, ma anche prodotti finiti. Non è comunque cambiato il modello economico legato alle tecnologie AM: queste rimangono soluzioni convenienti ri- spetto a soluzioni tradizionali solo per la produzione di piccoli Una cella robotizzata Prima Additive Ianus, che equipaggia al suo interno un braccio robotico dotato di una testa laser. Stratasys H350, con tecnologia SAF, adatta per la produzione manifatturiera.

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