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41 rmo ottobre 2023 collaborazioni, abbiamo potuto assistere all’evoluzione della tecnologia, lavorando a stretto contatto con i centri di svi- luppo delle più blasonate aziende del mondo in Europa, Stati Uniti, Cina, India, Corea. Un’esperienza unica e probabilmente irripetibile, che ha consentito di sprigionare la creatività dei nostri tecnici come mai in passato”, spiega Francesco Goi, di- rettore generale dell’azienda. In cosa consiste il processo di impregnazione. Le prime generazioni di auto elettriche, piuttosto che ibride, utilizzavano motori elettrici sostanzialmente tradizionali, in cui il campo ma- gnetico veniva generato da matasse di rame avvolte, sia nel componente statico (statore) che in quello rotativo (rotore). Un’auto era munita tipicamente di un singolo motore elettrico di trazione, alimentato con una tensione di 400 V. Da allora, si è assistito ad un continuo ripensamento sia dell’architettura delle auto (Full Electric, Mild Hybrid, Plug-in con 1, 2, 4 motori) sia del motore stesso: alla tecnologia del filo avvolto si sono affiancate nel caso dello statore quelle delle barre di rame (motori hairpin, upin, ipin ecc.), e nel caso del rotore quella dei magneti perma- nenti. Nelle macchine più performanti si è passati dalla tensione di 400 V a quella di 800 V e oltre. Più le soluzioni si raffinano, più crescono le performance, più diviene essenziale il processo di impregnazione. Il processo di impregnazione consiste nell’andare a ricoprire il rame, sia nel caso si tratti di filamenti che di barre, con uno strato di resina. La resina, che può essere di natura polimerica o epossidica, viene dispensata sulle estremità del filamento per poi distribu- irsi all’interno delle cavità grazie al principio della capillarità, raggiungendo anfratti apparentemente inaccessibili (gli slot). Al contempo, il processo deve essere tale da garantire che non vi siano contaminazioni sul pacco lamellare, là dove il rame non è presente e la corrente non passa. Il rivestimento ottenuto con la resina, di cui esistono innumere- voli versioni di cui ciascuna ha peculiarità proprie, ha molteplici finalità. Le più importanti sono quelle di garantire la coesione tra i fili o le barre di rame (il cosiddetto bonding) così da evi- tarne sfregamenti che possano causarne danneggiamenti e fornire un secondo isolamento del circuito elettrico, per evi- tare cortocircuiti tra le varie fasi. In taluni casi vi è anche una finalità di protezione dagli agenti atmosferici e l’agevolazione della dispersione del calore, evitando che eventuali inclusioni d’aria possano portare ad una distribuzione disuniforme delle temperature. La qualità del processo di impregnazione incide fortemente sulle performance del motore ed è determinante per garantirne l’affidabilità nel tempo, proteggendolo dalle sollecitazioni meccaniche ed elettriche. Il principio di capillarità, un fenomeno connesso alla tensione superficiale del liquido, richiede un perfetto controllo delle temperature sia della resina che del particolare da trattare, essendo viscosità e densità parametri ad essa legati. Una volta applicata, la resina va cotta, con un processo di gelificazione prima e reticolazione poi. Nuove linee di processo sviluppate e brevettate da Tec- nofirma. Nel corso dell’ultimo ventennio, Tecnofirma ha svi- luppato e brevettato intere nuove linee di processo, capaci di soddisfare le diverse esigenze che il mercato ha manifestato, partendo da compatte macchine di laboratorio fino a impianti per la produzione di massa. Flessibilità del processo, scalabilità dell’investimento e mo- dularità sono stati i pilastri alla base dello sviluppo delle nuove tecnologie. La flessibilità è garantita dalla possibilità di creare una ri- cetta di impregnazione ad hoc per ciascun modello di mo- tore, dando all’utilizzatore la possibilità di programmare un processo modificando parametri quali le quote di posiziona- mento degli ugelli erogatori, la portata di erogazione, la ve- locità di rotazione (in fase di impregnazione e gelificazione lo statore deve essere mantenuto in rotazione sul suo asse, in posizione orizzontale o leggermente inclinata), il verso e l’inclinazione. La ricetta è specifica per ciascun modello di In alto: singola unità modulare, base di partenza per lo sviluppo di linee ad alta cadenza produttiva. Sopra: la vista laterale della linea modulare per alte cadenze produttive, sono raffigurati più moduli posizionati in parallelo e il forno di preriscaldo e cottura. Nella pagina accanto, un’operazione di carico della linea attraverso robot a 7 assi su slitta motorizzata.

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