RMO_255

30 rmo ottobre 2023 milioni di euro totali di potenziale export sfruttabile. Il potenziale aggiuntivo negli emergenti è guidato dal mer- cato cinese, dove è ancora sfruttabile il 52% del potenziale di export totale per un ammontare pari a circa 2 miliardi di euro. Questo potenziale in Cina è dovuto in larga parte alla dimen- sione del mercato che, in ottica futura, sarà anche favorita dai tassi consistenti di crescita dell’economia superiori alla media mondiale, alimentati dalla rapida ripartenza post-pandemia. In Turchia, al secondo posto tra gli emergenti, l’export già re- alizzato è di 1 miliardo di euro circa, a fronte di un potenziale totale di 1,8 miliardi. L’India è il terzo paese emergente con più ampio potenziale per l’Italia (600 milioni di euro), ed è anche il paese del G20 che cresce più velocemente e potrebbe avere una rilevanza notevole nei prossimi anni. Tra gli emergenti si segnalano anche i paesi del Sudamerica, in particolare Mes- sico e Brasile che, rispettivamente, offrono 400 e 300 milioni di euro di potenziale sfruttabile. La Germania è il primo concorrente dell’Italia in quasi tutti i mercati avanzati. Il fattore di vicinanza geografica rafforza la sua presenza nei Paesi europei, prima di tutti Austria e Svizzera, legate alla Germania anche da fattori linguistici e culturali. Nel caso dei mercati emergenti la concorrenza tedesca rimane ugualmente pervasiva. Mentre la Germania compare spesso tra i concorrenti nei mercati occidentali, so- prattutto negli Stati Uniti, la Cina è un forte competitor nei Paesi emergenti. Il potenziale nei Paesi Asean. L’andamento dell’export ita- liano dei beni ACT nei Paesi Asean ha registrato una brusca INCHIESTA Transizioni digitale ed ecologica Gli eventi globali degli ultimi anni hanno avuto la funzione di acceleratore di un processo che era già in corso. La doppia transizione, sia digitale sia ecologica, rappresenta da tempo una delle principali sfide che le imprese devono affrontare, ma che al contempo può portare con sé un grande potenziale di crescita. L’Unione Europea, destinando circa 127 miliardi di euro per riforme e investimenti digitali connessi ai Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza, ha riconosciuto la necessità di accelerare il processo di digitalizzazione nei Paesi membri. L’indice di digitalizzazione dell’economia pubblicato annualmente dall’UE, il rapporto Desi, indica come l’Italia abbia un ampio divario da colmare verso le altre economie europee. Il nostro Paese si colloca al diciottesimo posto fra i ventisette membri nel 2022. Diventa così cruciale sfruttare con la massima efficienza i fondi del Pnrr destinati all’Italia nei prossimi anni, circa 48 miliardi di euro, destinati alla trasformazione digitale. Un ottimale utilizzo di queste risorse agirebbe da propulsore nel processo di transizione ecologica, permettendo la digitalizzazione degli impianti energetici per ottimizzarne il funzionamento e interconnetterli alla rete. In questo percorso le imprese svolgono un ruolo di connessione tra la transizione digitale e quella ecologica, apportando innovazioni in entrambi i fronti. Aumenta sempre di più anche l’attenzione verso tematiche ambientali, sociali e di organizzazione aziendale. Le imprese sono quindi spinte verso nuove modalità di business che non possono più trascurare tutti gli stakeholder. Questo nuovo paradigma si traduce nell’abbandono della valutazione della performance di un’impresa tramite la bottom line del conto economico, per spostarsi verso la cosiddetta triple bottom line: il valore creato dall’impresa non risiede più esclusivamente nella sua capacità di fare profitto, ma è valutato alla luce della dimensione economica, ambientale e sociale. terminazione delle quote di export italiano ACT. Il settore dei sistemi e componenti meccatronici per la trasmissione di potenza è quello che potrebbe trovare più domanda negli Stati Uniti, con un potenziale di export aggiuntivo stimato in circa 675 milioni di euro. Altrettanto significativo è il poten- ziale nel mercato statunitense per le macchine e gli stampi per materie plastiche e gomme e macchine utensili, robot e automazione (rispettivamente 403 e 223 milioni di euro). Francia e Germania presentano lo stesso potenziale, 600 mi- lioni di euro; tuttavia, questo sembra essere più concentrato in pochi settori per la prima (oltre il 50% in sistemi e compo- nenti per la trasmissione di potenza) e più distribuito per la seconda (il potenziale massimo per settore è di 119 milioni di euro in macchine utensili, robot e automazione). Il Canada e l’Austria seguono da vicino con rispettivamente 600 e 500

RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz