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89 rmo settembre 2023 trentamila. Oltre alla linea modulare, l’azienda propone la ta- vola rotante per le macchine di piccole dimensioni, o la linea meccatronica quando è richiesta una maggiore flessibilità, ma sempre su dimensioni contenute. Assemblaggi robotizzati. A differenza di tanti altri integra- tori, El.Mec. non si occupa soltanto di robot, ma nondimeno i robot sono centrali nella produzione e consentono, per esem- pio, di realizzare assemblaggi che altrimenti non sarebbero possibili. “Noi utilizziamo robot di tutte le famiglie, dal sem- plice cartesiano allo scara a 4 assi, dall’antropomorfo a 6 assi al ragno - dice Brocca -. Integriamo senza problemi nelle no- stre macchine qualunque tipo di robot, ovviamente, quindi, anche quelli messi a capitolato dalle aziende committenti. Possiamo dire che il 90% delle macchine che produciamo ha a bordo almeno un robot”. El.Mec. ha formato due persone che si occupano specificamente di robot e acquistato un simula- tore che li testa prima della loro applicazione sulla macchina. I robot sono visti ancora con sospetto, l’idea che ‘rubino’ posti agli umani trova ancora molti sostenitori, a dispetto dell’evi- dente problema della carenza di manodopera in ogni settore che continua a farsi sentire come effetto dell’invecchiamento della popolazione e della riluttanza ad accettare lavori mal retribuiti e poco gratificanti. Brocca è di parere completa- mente opposto e va dritto al punto. “I primi robot in El.Mec .abbiamo cominciato ad applicarli circa vent’anni fa. È chiaro che dipende anche da come vengono utilizzati, ma in linea di massima la mia risposta è no, i robot non portano via il lavoro alle persone, l’automazione aiuta le persone. Le aiuta a fare quei lavori che le persone non possono e non devono fare. Se metti un individuo a infilare per otto ore al giorno, per una settimana, un pezzo di plastica dentro a un altro pezzo di plastica, non è difficile supporre che questo individuo possa avere dei problemi anche di tipo psicologico. Perché si tratta di un lavoro faticoso, sia dal punto di vista fisico sia mentale, e demotivante. Nelle aziende dove è arrivata l’automazione non hanno mai licenziato personale, ma anzi, ne hanno as- sunto di nuovo, proprio per gestire i robot. È vero che un robot magari fa il lavoro di dieci persone, ma un’azienda quelle dieci persone per svolgere quella data mansione non se le sarebbe comunque potute permettere”. La formazione. Il vento nelle vele di El.Mec. non ha mai smesso di soffiare e all’ordine del giorno c’è la ricerca di per- sonale, di nuove figure da inserire in azienda. “Godiamo di ottima salute, la domanda è altissima, siamo sempre di corsa e abbiamo bisogno di montatori, elettricisti, programma- tori, progettisti meccanici, di tutte quelle figure tecniche che servono a realizzare le nostre macchine automatiche”, dice Marco Brocca. E qui si arriva al tasto dolente del nostro incon- tro, quello della formazione, l’annoso problema del rapporto tra scuola e mondo del lavoro. “I giovani che arrivano da noi, arrivano con una preparazione troppo generica, sanno ma- gari leggere un disegno tecnico, ma praticamente nulla sotto il profilo pratico. Della loro formazione dobbiamo per forza di cose occuparci noi. Figure già qualificate facciamo fatica a trovarle e per formare una persona e renderla capace di lavorare in maniera indipendente occorrono circa due anni”. Occuparsi di formazione significa anche dare un futuro all’im- presa, garantire che quanto creato trent’anni fa prosegua il proprio cammino. Così, prima di lasciarci, Dario Piantoni tiene a sottolineare che al netto di tutte le riflessioni fatte e delle tappe di crescita ripercorse, “il cuore pulsante dell’azienda sono i dipendenti, è grazie alle loro competenze, e alla loro dedizione e passione, che siamo potuti arrivare a celebrare questo nostro trentennale in un ottimo stato di forma”. Due particolari di impianti realizzati da El.Mec.

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