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65 rmo settembre 2023 Un ponte di competenze tra Italia e Stati Uniti. Nel cuore del Trentino si trova un’azienda che ha fatto della progetta- zione e realizzazione di applicazioni robotiche avanzate dedi- cate all’industria siderurgica la propria cifra specifica. Polytec fa parte di BM Group, Gruppo industriale italiano che con- trolla più di dieci società con un obiettivo comune: supportare la trasformazione tecnologica del mondo industriale verso una produzione più sostenibile e intelligente, concretamente 4.0. Polytec è un system integrator specializzato in soluzioni e piattaforme che integrano robotica, intelligenza artificiale, automazione dei processi e software. Nei 30 anni di attività, Polytec ha installato 250 isole robotizzate in tutto il mondo, in diverse industrie di riferimento su cui spiccano quella me- tallurgica e dell’alluminio. Le sedi principali che ospitano quasi 200 dipendenti si trovano a Borgo Chiese (TN) e a Houston, in Texas. I progetti vengono spesso condivisi dalla sede italiana e da quella americana, che sfruttano la sinergia di competenze e conoscenze per sviluppare progetti innovativi e installare automazione a sostegno di tutte le operazioni che gravitano intorno all’ambiente siderurgico (ma non solo). Qui, le condi- zioni operative sono gravose e frequentemente difficoltose, tra spazi angusti e contesti ostili dove l’uomo potrebbe tro- varsi in situazioni di difficoltà o mancanza di sicurezza. Per questo motivo, l’automazione dei processi produttivi diventa di importanza fondamentale. Collaborativo… in modo differente. Anche la più recente soluzione sviluppata da Polytec è frutto della collaborazione tra il know-how della sede italiana e di quella americana, come racconta Tony Tellez, responsabile tecnico e commer- ciale di Polytec USA che in prima persona ha lavorato allo svi- luppo del progetto. Si tratta di Voyager 200R, un AGV (veicolo a guida automatica) equipaggiato con robot Fanuc M-20. “L’o- biettivo di questo progetto era quello di realizzare un vero e proprio robot mobile autonomo che fosse in grado di spostare con precisione gli utensili da una macchina all’altra - dice Tony Tellez -. Gli utensili da movimentare hanno un certo peso, per questo era necessario che il robot avesse una capacità al polso di almeno 20 kg”. La particolarità di Voyager 200R è che utilizza un robot an- tropomorfo, e non un robot collaborativo come solitamente avviene in queste configurazioni. Il motivo è semplice: il robot doveva avere determinate caratteristiche di payload, preci- sione e ripetibilità per poter eseguire il cambio utensili sulle macchine, e solo un robot di tipo industriale è, ad oggi, in grado di assicurarle. “Fanuc ha la più ampia gamma di robot del mercato, per que- sto non abbiamo avuto dubbi su a chi rivolgerci per trovare una soluzione che soddisfacesse le nostre richieste”, aggiunge Tellez. La scelta è ricaduta sul modello M-20iB/35S, un robot 6 assi ad elevata potenza e inerzia che offre una capacità di ca- rico di 35 kg con sbraccio di 1.445 mm. Il fatto che non sia stato Voyager 200R utilizza un robot antropomorfo, e non un robot cobot come solitamente avviene. Il robot doveva avere determinate caratteristiche di payload, precisione e ripetibilità per poter eseguire il cambio utensili sulle macchine.

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