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29 rmo settembre 2023 costruttori sul mercato domestico che otterranno un nuovo primato, attestandosi a 4.155 milioni di euro (+9%). Anche le importazioni saliranno ancora fino a toccare il valore di 2.680 milioni di euro (+7,3%). L’export crescerà a 3.595 milioni (+3,7%), così da tornare sui livelli pre-Covid. Secondo l’elaborazione di Ucimu sui dati Istat, nei primi tre mesi del 2023, i principali mercati di sbocco dell’offerta italiana di macchine utensili sono risultati: Stati Uniti (126 milioni, +35,4%), Germania (89 milioni, +43,8%), Cina (55,5 milioni, +23,3%), Francia (54 milioni, +33,9%), Polonia (38 milioni, +10,2%), Turchia (34 milioni +86,8%), Messico (29 milioni, +49,7%), Repubblica Ceca (27 milioni, +118%), Spagna (25 milioni, -16,5%) e India (24 milioni, +38,9%). Dati di consuntivo dello scorso anno. Secondo i dati di consuntivo elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu, nel 2022, la produzione italiana di macchine utensili, robot e automazione si è attestata a 7.280 milioni di euro, registrando un incremento del 15% rispetto al 2021. Il consumo è cresciuto, del 26%, a 6.311 milioni, de- terminando l’incremento sia delle consegne sul mercato in- terno (3.812 milioni, +21,6%) sia delle importazioni (2.499 milioni, +33,3%). La quota di mercato coperta da macchinari stranieri è risul- tata pari al 39,6%. In aumento anche le esportazioni che, nel 2022, si sono attestate a 3.468 milioni di euro, l’8,5% in più rispetto all’anno precedente. Il rapporto export su produzione è sceso, dal 50,5% del 2021, al 47,6% del 2022. Nel 2022, principali mercati di sbocco dell’offerta italiana sono risultati: Stati Uniti (482 milioni, +43,5%), Germania (306 milioni, -13,3%), Cina (226 milioni, -0,7%), Francia (193 milioni, +9,6%), Polonia (188 milioni, +6,2%), Turchia (124 milioni, -3,9%), Spagna (119 milioni, +19,7%), Russia (99 milioni, -3,9%), Messico (84 milioni, +5,2%), Svizzera (74 milioni, +36,8%). Il saldo della bilancia commerciale è diminuito, del -26,6%, attestandosi a 969 milioni di euro. La performance posi- tiva dell’industria italiana del settore si è riflessa sul livello di utilizzo della capacità produttiva, la cui media annua è decisamente aumentata, passando dall’80,2% del 2021 all’86,6% del 2022. In crescita anche il carnet ordini, che si è attestato a 8 mesi di produzione assicurata, contro i 7,3 mesi dell’anno precedente. I prezzi delle macchine sono cresciuti del +8% rispetto all’anno precedente. Il fatturato di settore ha raggiunto la cifra di 10.482 milioni di euro. @lurossi_71 Quattro sfide per il futuro In risposta alla situazione di incertezza generalizzata che, di fatto, si ripercuote sulla raccolta degli ordini di questo primo semestre dell’anno, Ucimu ha individuato quattro sfide su cui le imprese intendono concentrarsi nel medio lungo periodo: digitalizzazione&sostenibilità, disponibilità di personale preparato, servitizzazione e internazionalizzazione. La vera sfida dei costruttori in tema di innovazione oggi è l’abbinata digitalizzazione-sostenibilità. Al Governo l’associazione chiede di confermare e potenziare il Piano Transizione 4.0 che, a suo avviso, deve prevedere, in via strutturale, un sistema modulare di incentivi fiscali che possano essere tra loro combinati e cumulati e che premino maggiormente chi investe in nuove macchine ove la digitalizzazione è anche abilitatore di sostenibilità. “Nello specifico riteniamo che alla prima misura, che è quella attualmente in vigore e che consiste nel credito di imposta per gli investimenti in tecnologie di produzione digitali di ultima generazione, debba aggiungersi un secondo credito di imposta per gli investimenti in macchinari che vengono integrati tra loro per dar vita ad un sistema che implementa le due catene del valore, fisica e digitale - indica Barbara Colombo, presidente di Ucimu -. Infine, ci dovrebbe essere una terza misura che garantisca un credito di imposta per la sostenibilità, così da spingere le aziende verso la green manufacturing, in linea con le direttive europee”.

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