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23 rmo gennaio/febbraio 2023 trale e con le altre unità di lavoro, gli AMR possono rilevare informazioni operative - spiega Piscioneri -, tracciando in modo automatico i dati relativi alla reale posizione dei beni traspor- tati, all’applicazione che stanno svolgendo e al suo andamento. Operazioni lunghe e complesse da svolgere manualmente”. A tal fine è fondamentale che gli AMR possano comunicare non solo con gli altri sistemi industriali ma anche con i sistemi di gestione del magazzino, come ERP, WES e WMS. “I software di gestione della flotta sono sistemi aperti, facilmente modificabili in base alle singole necessità, in grado di scambiare dati e di integrare input e output esterni - dice Daldoss -. Ciò significa ad esempio che oggi la mappa del magazzino è aggiornata di continuo, il robot vede l’ostacolo, lo evita e comunica agli altri robot la sua presenza”. Comunicazione che va a tutto vantag- gio di sicurezza ed efficienza, oltreché della messa in servizio: questa avviene in meno di dodici ore per il primo Active Shuttle di Bosch, mentre per gli altri bastano venti minuti. “L’impiego di AMR consente di raccogliere e gestire dati operativi - dice anche Facchinetti -, in modo da poter analizzare i flussi e verificare se si possano introdurre migliorie nelle prestazioni attraverso l’a- nalisi e il controllo dei parametri di funzionamento”. Scambio di informazioni e tracciabilità sono dunque due pilastri alla base del 4.0, due aspetti su cui negli AMR si stanno facendo grandi passi in avanti con l’obiettivo di renderli sempre più connessi e di farli lavorare insieme incrementando qualità ed efficienza e riducendo gli errori. Interoperabilità. Proprio nell’ottica di inserirli pienamente nella fabbrica digitale, connessa, sicura e sostenibile, l’intero- perabilità degli AMR è infine un aspetto cruciale. Interopera- bilità che si declina su più fronti. “Attualmente i fornitori di AMR prevedono un prodotto integrabile in qualsiasi realtà in- dustriale che possieda un ERP, MES, SUP, Scada o un semplice PLC - dice Khalis -. Il livello di integrazione con sistemi preesi- stenti dipende molto dal tipo di realtà e dalla richiesta specifica del cliente”. Basilare è quindi che ci sia interoperabilità tra gli AMR e il resto del sistema produttivo, sia a livello di linee che di gestione di magazzino, dice Piscioneri: “Ugualmente indi- spensabile è poi la capacità di lavorare insieme tra AMR dello stesso tipo, dato che queste soluzioni sono solitamente gestite come flotte di più mezzi che collaborano tra loro e con altri im- pianti industriali per eseguire le attività richieste”. In tal senso è peculiare la soluzione GoPal di Robotize, proposta da Alumo- tion, che consta di un ecosistema completo di AMR, baie per carico e scarico pallet, nastri trasportatori e pulsanti di chiamata operatore che parlano tutti nativamente la stessa lingua, ga- rantendo un’integrazione immediata per partire da subito con le attività di trasporto, senza dover progettare o sperimentare altri strumenti. Resta però ancora da risolvere il problema della comunicazione tra AMR di diversi marchi, la cui importanza cre- sce con la tendenza dei clienti a utilizzare il robot giusto per l’attività specifica. “Diversi marchi AMR hanno diverse opzioni disponibili - spiega infine Hansen -: pertanto i clienti chiede- ranno sempre più l’interoperabilità tra diversi sistemi di AMR e flotte. Questa trasformazione è sempre più un dato di fatto e vediamo sempre più installazioni con diversi marchi AMR nella stessa fabbrica”. Un fenomeno supportato anche da diverse so- cietà di software che oggi lavorano su sistemi di gestione della flotta in grado di funzionare con AMR di case diverse. Mentre il mercato è impegnato alla definizione di uno standard di comu- nicazione comune, come il VDA 5050, ad oggi ancora ai primi stadi di sviluppo. @marcocyn Le apparecchiature robotiche mobili (EMR) di Roeq consentono agli AMR di prelevare e consegnare carrelli, sollevare e trasportare merci.

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