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38 rmo ottobre 2022 chia periferia di Busto Arsizio, ormai diventata quasi centrale in seguito allo sviluppo urbanistico della cittadina, per fron- teggiare i sempre maggiori problemi di logistica (gestione del traffico in entrata e in uscita di prodotti e forniture di dimen- sioni crescenti, viabilità e così via), l’azienda si trasferisce a Villa Cortese, in “una location, poco distante, ma più consona a quelle che erano le nostre necessità”. Entra nel dettaglio, l’ingegner Lavazza: “L’azienda, sempre sotto la guida di Fla- vio Radice, ha fatto un grosso investimento, acquistando un grosso capannone di 5.000 metri quadri a cui negli anni ne sono stati aggiunti altri fino a raggiungere nel 2016 un’area coperta di 50.000 metri quadri. Nel giro di tre lustri abbiamo decuplicato la superficie occupata”. Imprenditori e manager. Altra figura che ha contribuito alla crescita dell’azienda bustocca è Adriano Carnaghi, fratello di Marisa, proveniente dal settore delle macchine utensili per la lavorazione del legno, che Flavio Radice ha voluto al suo fianco per rafforzare il reparto vendite, “Cosa che ha fatto egregia- mente - nota Lavazza -, fino a oltre i settant’anni. Adriano Carnaghi è ancora oggi una presenza forte, quasi quotidiana, ed è l’attuale presidente di Pietro Carnaghi”. La presenza della famiglia in azienda è una costante imprescindibile: “Vent’anni fa, in azienda è entrato il figlio di Flavio, Giuliano Radice, che dopo avere maturato esperienze in altre realtà si è occupato del marketing in qualità di direttore commerciale, per poi an- dare ad affiancare il padre nella direzione dell’azienda, fino a subentrargli qualche anno fa come amministratore delegato”. Se Flavio era un dirigente con una capacità imprenditoriale forte, legato alla storia aziendale e animato da grande spirito innovativo, capace di portare la manodopera impiegata da poche decine a oltre duecento unità, “l’uomo”, per dirla con le parole di Lavazza, “che coordinava, che dava l’indirizzo, il taglio all’azienda, anche nei confronti del cliente finale”, Giu- liano ha “il merito di avere impostato l’azienda su un piano più manageriale, con diverse figure di dirigenti, di manager, che fanno riferimento direttamente a lui, e che sono, voglio ricorrere a questa metafora, ‘le dita della sua mano’ e permet- tono all’azienda di muoversi, operare in maniera sinfonica”. L’approccio manageriale, “con deleghe chiare che permettano al singolo manager di essere un punto di riferimento per il cliente e di potersi muovere con un certo margine di libertà rispetto alla commessa che sta seguendo” è un passaggio ob- bligato per un’azienda che ogni anno fattura tra gli 80 e i 100 milioni e vanta clienti importanti come Rolls Royce, Siemens, General Electric, per citarne solo alcuni. STRATEGIE Tre viste dell’interno dello stabilimento della Pietro Carnaghi: la fase di lavorazione della macchina, delle teste e della Ram.

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