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34 rmo ottobre 2022 parte a circolari del Ministero, in parte a letture che si sono sedimentate nel tempo. Sarà pertanto importante poter avere un confronto diretto con il Mise per poter definire regole pre- cise su aspetti di carattere interpretativo”. Consapevolezza in crescita. Con il passare del tempo, a essere aumentato tra le imprese è sicuramente il livello di consapevolezza e conoscenza di cosa fossero Industria 4.0 e digitalizzazione. “In questi cinque anni è stato fatto un in- tervento culturale molto importante - afferma Calabrò -. In- contrando le aziende in giro per l’Italia ci accorgiamo però che la conoscenza degli strumenti agevolativi non è ancora matura e a fattor comune. Stiamo pertanto pensando di av- viare una nuova operazione di diffusione culturale attraverso un approccio di tour congiunto tra associazioni di categoria e Ministero”. Sul fatto che il grado di ‘consapevolezza 4.0’ tra le imprese sia cresciuto concordano anche Anima e Icim, per cui piano piano si è passati dal vedere le misure come uno ‘strumento per portarsi in casa delle tecnologie con uno sconto’ al pensare alla digitalizzazione in ottica più sistemica, come spiega Gianoglio: “All’inizio non solo non c’era il tempo materiale per farlo, mancava anche la mentalità. Oggi questo sta cambiando, e vediamo nei progetti di investimento delle aziende un livello di consapevolezza molto più ampio, con una percentuale molto più significativa rispetto al 2017, anche se non sono ancora la maggior parte”. Sono infatti molte le aziende manifatturiere che stanno proponendo investimenti in tecnologie 4.0 con attenzione sempre più rivolta alla solu- zione. Conforme allo spirito secondo cui non esistono ‘pro- dotti 4.0’ ma ‘soluzioni applicate secondo il paradigma 4.0’, concetto ribadito dal Mise fin dagli inizi in tutte le sue comu- nicazioni. Per accedere all’incentivo non è infatti sufficiente che la macchina oggetto dell’investimento abbia certe carat- teristiche che la rendono eleggibile. A essere determinante è l’installazione della tecnologia e il suo effettivo utilizzo all’interno di uno specifico processo aziendale. “Non esiste una certificazione 4.0 per le macchine - chiarisce bene Gia- noglio -: ciò che attestiamo nei progetti di investimento 4.0 è che il bene serva effettivamente a qualcosa, che abbia una logica nei processi dell’azienda. La differenza non è banale, in quanto sposta la responsabilità dal fornitore della tecno- logia a chi la implementa e utilizza, per cui chi gode dell’in- centivo deve preoccuparsi di certificare. Spostando anche la progettualità all’interno dell’azienda utilizzatrice, che deve avere una visione di come intende impiegare la tecnologia per cambiare e migliorare i propri processi in chiave 4.0”. Beni immateriali e formazione. Le agevolazioni 4.0 hanno quindi avuto un impatto importante sul rilancio degli inve- stimenti, e i dati in possesso del Mise parlano di una tenuta delle misure e di un interesse che continua a essere forte da parte delle imprese per gli strumenti legati al bene strumen- tale. “I rendimenti sono invece distanti dai target che ci era- vamo prefissati per la parte legata ai beni immateriali - dice Calabrò -. Ciò significa che la sostituzione del macchinario prevale ancora rispetto a quello che deve essere un modello integrato hardware e software, determinante per ottenere l’avanzamento tecnologico in chiave 4.0”. Al fine di dare maggiore rilevanza alla parte software, con investimenti in ottica più di sistema, il Mise ha quindi rivisto al rialzo le ali- quote agevolative per i beni immateriali. Il Decreto Energia di maggio 2022 ha infatti introdotto delle super-aliquote che INCHIESTA

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