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29 rmo settembre 2022 è espandibile e scalabile, per gestire un probabile aumento di fatturato e di volumi nell’impianto”. Contenendo quindi anche una quota parte di progettazione riservata a eventi imprevedibili, o a un eventuale futuro non ancora deciso, per cui l’impianto possa garantire la necessaria flessibilità per essere anche espandibile in un secondo momento. Flessibilità e ripensamento delle supply chain. La fles- sibilità degli impianti è oggi sempre più importante per ac- compagnare il cliente nelle sue esigenze e consentirgli di rispondere ai cambiamenti che avvengono sul mercato. Se pure prodotti e tecnologie disponibili sono un po’ gli stessi per tutti, gli impianti che vengono sviluppati non sono però mai uno uguale all’altro. Per Automha in tal senso la custo- mizzazione è un punto molto importante, non solo del pro- cesso ma anche a livello di prodotto, per cui l’azienda molto spesso adatta le sue macchine alle esigenze del cliente. Uno sforzo che in Dematic ha portato a lavorare molto sulla cono- scenza del processo del cliente ma anche nell’allargare il più possibile il portafoglio di prodotti a disposizione, per essere indipendenti da una particolare tecnologia e poter scegliere quella più adeguata al singolo processo. “Lo sforzo che si fa è di standardizzare il più possibile il prodotto - dice Corona di Dematic -. La customizzazione poi però c’è sempre, ma non è sul prodotto quanto sul modo in cui i diversi prodotti e solu- zioni vengono collegati tra di loro per creare un sistema nel quale ogni tecnologia lavora al meglio e dialoga al meglio con le altre, per dare un risultato armonioso del sistema”. In maniera simile, anche per Brusasca di Swisslog l’innovazione nelle soluzioni che vengono sviluppate scaturisce spesso dal mix di diverse tecnologie che viene studiato, ossia dal come si integrano e si fanno interagire tra loro le diverse tecnologie oggi a disposizione. Offrendo massima flessibilità, scalabi- lità e modularità: “Sono queste le tre parole d’ordine che vediamo legate ad esempio all’esplosione del fenomeno e- commerce - dice in conclusione Brusasca -. Un’esigenza che spinge ulteriormente a riuscire a trovare delle taglie di si- stema e di impianto corrette per essere installate anche in ambienti esistenti, e in spazi più limitati, non più necessa- riamente per grandi centri distributivi”. Infine, un altro fe- nomeno che l’intralogistica sta vivendo, aggiunge Brusasca, frutto in parte della coda della pandemia, è lo shortage di materie prime e componentistica. Che porta oggi a rivedere le logiche di magazzino e i magazzini stessi, passando da un lead super spinto che era stato sostenuto da tutti gli ope- ratori nel corso degli ultimi anni, al fare invece valutazioni nel senso di avere delle scorte, o comunque di accorciare le supply chain e le filiere, che erano probabilmente divenute fin troppo lunghe. @marcocyn
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