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28 rmo settembre 2022 INCHIESTA orizzontale in un sistema che per l’azienda è composto da tre attori principali: i centri di lavoro da asservire, le zone di stoccaggio e immagazzinaggio e il trasporto orizzontale delle merci, dei prodotti finiti e delle materie prime. “Quello che noi facciamo è disegnare il flusso intralogistico dall’i- nizio - spiega Calabrese -, dall’analisi e standardizzazione dei flussi fino all’implementazione e alla gestione dell’after sales, anche in termini predittivi grazie al recupero di dati provenienti dai sensori nelle macchine. In questo momento credo che il focus sia nella digitalizzazione dei processi, che non significa perdere in flessibilità, ma gestire anche le ecce- zioni attraverso processi predeterminati o pre-determinabili magari attraverso funzioni legate all’intelligenza artificiale”. Digitalizzare i processi in azienda significa pertanto rendere oggettivo qualcosa che tradizionalmente nelle imprese ha ca- rattere prettamente soggettivo, detenuto nella mente e nel know how di alcune persone o frammentato in pc e applica- zioni isolati. Digitalizzare significa qui mettere tutto a fattor comune, in un luogo dove rimarrà patrimonio dell’azienda in futuro. Passaggio che comporta sicuramente anche una rivoluzione culturale in azienda, basilare per implementare una vera rivoluzione digitale e tecnologica che porti a fare un salto nei diritti degli addetti che operano nelle aree logi- stiche. “Guardando avanti, digitalizzare il processo, passando per una analisi approfondita del know-how detenuto dalle persone per renderlo oggettivo - aggiunge Calabrese -, è poi cruciale anche nell’ottica di sostituire quelle persone che nei prossimi anni non ci saranno più, o che non hanno più voglia di fare determinati lavori, che le macchine dovranno quindi poter svolgere al meglio”. Centralità del software. Affrontare un progetto di auto- mazione va quindi di pari passo con un cambiamento dei processi, come spiega Corona di Dematic: “Si tratta di un passaggio sottile ma importantissimo, in quanto il collega- mento che c’è tra processi e automazione è a doppio senso. Per cambiare il processo è infatti necessario introdurre auto- mazione, ma l’automazione porterà a sua volta un successivo cambiamento nei processi. E nel cambiamento dei processi non è tanto l’hardware che interviene, ma il software, che diviene sempre più elemento critico e importante all’interno di grandi progetti di automazione, poiché è nel software che si stabiliscono e si cambiano le strategie del processo”. Oggi il software si delinea sempre più come l’elemento che porta il maggior valore aggiunto, sostiene anche Brusasca di Swisslog, dal momento che tutte le logiche da implementare, e gli algoritmi per eseguire i processi nella maniera corretta, partono da lì. “Il software è l’elemento fondamentale, che deve essere in grado di orchestrare in maniera puntuale e precisa tutti i vari sottosistemi - dice Brusasca -, la parte mac- china, la parte dei processi e anche la parte degli operatori che lavorano nel magazzino. Senza comunque dimenticare che anche l’innovazione tecnologica sull’hardware gioca un ruolo importante, in termini di efficienze e prestazioni supe- riori che macchine e sistemi progettati oggi offrono rispetto a soluzioni analoghe costruite magari 20 anni addietro”. Se automazione e cambiamento dei processi avanzano insieme, il ruolo dei provider diviene pertanto sempre più complesso in quanto devono accompagnare la crescita dell’azienda, in- staurando partnership che possono durare anche molti anni: il magazzino non deve infatti limitarsi a rappresentare lo stato attuale ma essere pensato e progettato per uno svi- luppo futuro. “Di fatto un system integrator non parte mai dal progetto del cliente - spiega a proposito Zucchini di LCS -, ma aiuta il cliente a costruire il progetto insieme, elaborando i dati che ha a disposizione e le sue esigenze. Si studia quindi un sistema che soddisfa i bisogni attuali e che in prospettiva
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