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56 rmo giugno/luglio 2022 un microscopio confocale automatico a quattro canali di fluo- rescenza per High-Content Analysis (HCA). Per la comunità biotecnologica, questo strumento è l’equivalente del telesco- pio Hubble, ma applicato al microcosmo: invece degli oggetti astronomici, fotografa e analizza milioni di cellule e strutture tissutali con la medesima efficienza e qualità. Il dispositivo è completato da un dispenser acustico che rilascia quantità di liquido nell’ordine dei nanolitri (milionesimi di millilitro) a in- tervalli rapidissimi, riducendo i costi di ricerca a tutto vantaggio della produttività. In questo modo, è possibile condurre esperi- menti sfruttando un catalogo di oltre 115.000 composti chimici. “Per implementare il primo sistema avanzato di questo tipo in Polonia, che combina robotica e attrezzature da laboratorio, abbiamo potuto contare su un background internazionale. Il contributo di un’azienda di respiro globale come Mitsubishi Electric, votata ai progetti innovativi, è stato preziosissimo”, afferma Roman Janik, coordinatore delle soluzioni per il set- tore life science in Polonia, che sottolinea anche le tempistiche strettissime del progetto. “Abbiamo dovuto correre contro il tempo per sviluppare una soluzione in grado di ridurre quanto prima il carico di lavoro dei tecnici. Siamo riusciti a raggiungere un volume settimanale di 100.000 campioni, che comunque è scalabile: un risultato fenomenale”, continua. La confluenza di più mondi. Tomasz Scholz, Robotics Engi- neer di Mitsubishi Electric, aggiunge che “l’impresa sarebbe stata ardua anche senza il fattore tempo. Agamede è un pro- getto interdisciplinare che unisce più mondi: robotica, infor- matica, design industriale, matematica, biologia, chimica. Le soluzioni di cui è composto sono uniche e innovative. Come in molti altri progetti, la sfida principale era stabilire un obiettivo ben preciso e la via per raggiungerlo. Il segreto è stato tro- vare un linguaggio tecnico comune, che permettesse a esperti di campi diversi di comunicare sullo stesso piano e chiarire le loro aspettative. Spesso è stato difficile colmare il gap tra l’universo accademico, che ragiona in termini astratti, e quello industriale, che invece segue un modello fisso”. Il risultato di questo sforzo congiunto è un sistema non solo funzionale, ma anche interessante dal punto di vista estetico. “Il suo design rimanda all’antica Grecia ed è un omaggio alle radici del pensiero scientifico nella nostra civiltà, e soprattutto alle donne di scienza”, spiega Radosław Pilarski, PhD, che fa notare anche come la pianificazione abbia tenuto conto dello spazio fisico a cui era destinato il sistema. La camera bianca, che garantisce una coltura cellulare asettica e nella maggior parte dei laboratori non ha finestre, è stata sottoposta a un completo restyling, riscrivendo qualsiasi standard. Le ampie finestre, opportunamente sigillate, offrono un’illuminazione ottimale e i pannelli in vetro consentono di osservare e control- lare costantemente il sistema senza dover indossare le apposite tute. Il lavoro è ulteriormente semplificato dalle videocamere e dagli schermi in 4K ad alta risoluzione, utili per monitorare Agamede e gli esperimenti da qualsiasi parte del mondo. Le foto dell’articolo sono fornite dall’Institute of Bioorganic Chemistry, Polish Academy of Sciences (Ibch PAS). Grazie al software Gene Game di Labomatica, responsabile dell’interpretazione dei dati, il sistema è ‘a circolo chiuso’. Prepara e legge i dati, li interpreta, poi modifica in autonomia le batterie di test.

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