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23 rmo giugno/luglio 2022 I droni hanno sempre un ruolo molto importante nel vostro campo? “Sì, i droni in realtà sono sempre stati utilizzati in numerosi am- biti ma il drone robotico di oggi non deve essere guidato da un essere umano. Si tratta di mezzi semi-autonomi (c’è l’operatore che può intervenire ma la macchina è programmata per agire in maniera autonoma). La robotica in questi casi diventa una tecnologia che rende più precisa un’operazione svolta da un es- sere umano (è lampante l’esempio delle operazioni chirurgiche in cui il robot può ‘correggere il tremore del chirurgo’ o può aiutare fornendo immagini ad altissima definizione. L’intervento dell’uomo è caratterizzato dalle diverse capacità di ciascuno e il robot livella in un certo senso le differenze. L’esperienza è cer- tamente importante come nel caso delle decisioni da prendere interpretando le immagini, in altri casi però (come quando in sala operatoria è necessario eseguire un’anastomosi cioè sutu- rare in modo che i tessuti combacino in modo perfetto) il robot può aiutare molto. In chirurgia i robot sono d’ausilio anche per fare pratica come nel caso del proctor, ovvero un chirurgo con esperienza che affianca chi sta imparando e che interviene con una seconda consolle di fianco al meno esperto. Anche il settore agroalimentare, insieme a quello attualissimo della sanificazione periodica degli ambienti, è un ambito in cui il drone può essere utilizzato con grossi vantaggi. Gli ambiti di studio di queste tecnologie insomma sono moltissimi: abbiamo recentemente lavorato con Moley Robotics, un’azienda inglese che ha creato e immesso sul mercato la prima cucina robo- tica basata su una piattaforma di cotturamultifunzionale. In cucina serve sempre la creatività (la ricetta dello chef stellato per esempio) però l’altissima precisione con cui si esegue e si impiatta il cibo sono operazioni che possono essere agevolmente robotizzate”. Si discute molto delle implicazioni etiche di questa tecno- logia in continuo sviluppo, cosa ne pensa? “Nel nostro campo le implicazioni dal punto di vista etico giuri- dico e sociologico sono tutte ancora da definire. A oggi, il tema etico però assume rilievo quando si utilizza il robot non quando lo si costruisce. Basta pensare all’esempio classico dell’automo- bile a guida autonoma che potrebbe mettere a rischio la vita del passeggero in caso di un attraversamento improvviso di pedoni per evitare di investirli. La robotica invece potrebbe evitare nu- merosissime morti sul lavoro grazie a macchine più evolute. Professore, quale futuro prevede per questo settore? “Oggi è in corso un processo di ‘customizzazione’ per cui quando i prezzi riusciranno a essere competitivi potremo pen- sare di comprarci un ‘personal robot’. Il grosso del progresso della robotica in termini di tecnologia negli ultimi 50 anni ormai si è arrestato ma d’altronde quando Asimov e Engelber- ger hanno cominciato a parlare di robot sembrava un futuro lontanissimo e invece adesso ci siamo. Ogni ulteriore avan- zamento sarà all’incrocio con le altre discipline come le neu- roscienze, l’Intelligenza Artificiale, la realtà aumentata ecc. Il mio obiettivo come docente è formare dei brillanti professio- nisti e continuare a fare ricerca. Nel ‘90 quando ho cominciato a lavorare alla Federico II c’era solo un corso di robotica adesso ce ne sono 7 e l’università italiana, al di là dei difetti che ben conosciamo, in campo robotico è assolutamente al top. A ri- prova di ciò basta pensare che il nostro gruppo dal 2006 ha preso 25 progetti di ricerca europea, di cui 7 nel settore della robotica aerea, un vero e proprio record”. @lurossi_71 Alcuni progetti sui quali ha lavorato il prof. Bruno Siciliano e il suo team: dalla pagina accanto, da sinistra a destra, il progetto europeo Refills per il riassortimento dei prodotti sugli scaffali del supermercato, l’ausilio in campo chirurgico, mani robotiche antropomorfe e droni robotici.

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