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73 rmo maggio 2022 Settimo asse: entra in gioco per aumentare l’area opera- tiva del cobot. Le piegatrici hanno infatti una lunghezza variabile che è superiore allo sbraccio del cobot. Il settimo asse inserisce un grado di libertà extra per il robot collabo- rativo e ne incrementa l’area d’azione e la superficie fron- tale di scarico. Lo shuttle, che si avvale di un azionamento a pignone e cremagliera, garantisce un posizionamento preciso del pezzo all’interno della piegatrice. RPC sviluppa i propri settimi assi internamente. Controllo numerico: l’interfacciamento fra cobot e mac- china è sviluppata da Step Automation, parte integrante di RPC, ed avviene tramite PLC. Ogni elemento condivide le medesime modalità di programmazione per una program- mazione rapida ed efficace. Piegatrice: è il cuore della cella. Le piegatrici RPC, a diffe- renza della maggioranza delle macchine presenti su mer- cato, sono ibride e dispongono di due diversi azionamenti: elettrico ed elettroidraulico e questo, come anticipato più sopra, genera un innegabile vantaggio: l’azionamento elettroidraulico permette di evitare sforzi e surriscalda- menti della macchina durante la fase di cambio presa. Le piegatrici RPC sono disponibili in un tonnellaggio che spa- zia dalle 25 tonnellate per 1,2 metri fino alle 400 tonnel- late per 3 metri. Concezione modulare. Robot, piegatrice, settimo asse: sono tutti elementi che costituiscono un insieme modulare che può essere variato a seconda delle necessità. Le au- tomazioni sono infatti assemblate su una piastra che può essere rimossa lasciando la sola piegatrice. È questa una configurazione stand alone che può tornare utile in caso di lotti estremamente limitati in cui la sola piegatrice è suffi- ciente e può operare da sola. In caso invece di lotti lunghi l’intervento della robotica supporta il ciclo assicurando il rispetto dei takt time e del livello di produttività. “Il sistema modulare offre anche un secondo vantaggio che potremo definire psicologico - chiarisce Alberto Ferrari, re- sponsabile commerciale RPC - cioè che la robotica è un ele- mento accessorio, non vincolante della struttura e relativi spazi di ingombro dedicati ad un’isola tradizionale. Questo rassicura molti produttori. Anche se poi in breve tempo si rendono conto dei vantaggi che la robotica, e collaborativa per di più, offre: maggiore produttività, ingombri e costi minori, possibilità di gestione flessibile dei lotti con cicli di riprogrammazione molto rapidi”. Vantaggi per le aziende della lamiera. I vantaggi che l’automazione con i cobot UR delle celle di piegatura offre sono numerosi. Assicurano elevata produttività, garan- tendo le lavorazioni anche su turni ciechi e in ritmi 24/7; garantiscono un ROI rapido: in media 2,5/3 anni; garanti- scono consumi elettrici contenuti: da un lato il cobot non consuma più di 300/400 W, dall’altro la piegatrice (che si avvale del doppio azionamento, elettrico ed elettroidrau- lico) non richiede più di 10 kW, contro una media di mer- cato spesso superiore ai 12. Un risparmio nei consumi che è stato quantificato in circa 4.000 euro annui. Vi è poi un in- dubbio vantaggio ergonomico: il cobot solleva l’operatore dall’eseguire azioni ripetitive, stancanti e potenzialmente pericolose. Il piegatore viene dislocato su una fase ben più strategica del processo: il controllo qualità e la program- mazione del cobot. Entrano infatti in gioco, nella piega, competenze specifiche che solo un piegatore esperto può riprodurre nella programmazione del cobot.

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